Riaperture ristoranti, c’è l’ipotesi di una soluzione per aprile
L’ipotesi di una riapertura (seppur limitata) a partire dal 20 aprile passa per una serie di condizioni.
I Coronavirus appartengono ad una famiglia di virus in grado di aggredire sia gli animali sia gli esseri umani. La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2), invece, è il nome che è stato attribuito al nuovo Coronavirus del 2019, mentre COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus.
SARS-CoV-2, dunque, è un nuovo ceppo di Coronavirus che non era mai stato identificato finora nell’uomo. I pipistrelli sono considerati ospiti naturali di questi virus, ma anche molte altre specie di animali sono considerate fonti. I sintomi del COVID-19 si differenziano in base alla gravità della malattia, in quanto si può manifestare l’assenza dei sintomi e quindi rientrare tra i cosiddetti asintomatici, oppure presentare febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che potenzialmente possono condurre alla morte.
Nello specifico, i sintomi più comuni di COVID-19 sono:
Tra i soggetti maggiormente a rischio rientrano: anziani di età superiore ai 70 anni, coloro che sono affetti da patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori). Tali soggetti hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.
Attualmente non esiste nessuna terapia che si sia dimostrata sicuramente efficace nella cura dell’infezione da SARS-CoV-2. Dato che si tratta di un’infezione virale e che la fase avanzata di COVID-19 è legata anche alla risposta infiammatoria dell’organismo. Sono, tuttavia, in corso diverse sperimentazioni sul vaccino che dovrebbe essere distribuito su larga scala nel corso del 2021.
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