Mangiare sale scaduto: ecco cosa accade

Il sale da cucina è un alimento che non manca mai nella nostra dispensa. Esso è il sale sodico dell’acido cloridrico e viene utilizzato in cucina soprattutto per insaporire i cibi ed esaltarli. Inoltre, si caratterizza per essere uno dei conservanti osmotici più utilizzati nell’industria alimentare.

Si reperisce in natura sotto forma di salgemma, ossia cristallo terrestre, o come elettrolita dell’acqua marina, dalla quale si estrae o mediante un processo detto desalinizzazione e quindi per via diretta, oppure in modo indiretto, mediante i cristalli depositati sul terreno. Esso viene raccolto e lavorato nelle saline, zone in prossimità del mare dove il cloruro di sodio ha potuto cristallizzarsi.

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Il sale da cucina, da quello raffinato a quello iposodico alleato di chi soffre di ipertensione arteriosa

Il sale da cucina può essere: raffinato, integrale, iposodico (utilizzato prevalentemente da chi soffre di ipertensione arteriosa in quanto presenta meno sodio e più potassio, asodico, ossia completamente privo di sodio, e iodato, cioè addizionato con iodio.

Il sale da cucina è un alimento onnipresente nelle nostre case ed è molto utilizzato al punto che sovente ne facciamo scorte che durano anche per molti mesi. Ma cosa succede se consumiamo sale scaduto? Quali sono i rischi per la nostra salute? Ecco la sorprendente risposta.

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Il sale da cucina, scadenza e conservazione

Il sale da cucina, rispetto ad altri alimenti che presentano la data di scadenza o che devono essere consumati preferibilmente entro una determinata data, in realtà non ha la scadenza. Il Regolamento Europeo 1169/2011, infatti, specifica che l’indicazione del termine minimo di conservazione non è richiesta nei seguenti casi: degli ortofrutticoli freschi, comprese le patate, che non sono stati sbucciati o tagliati o che non hanno subito trattamenti analoghi; questa deroga non si applica ai semi germinali e prodotti analoghi quali i germogli di leguminose, dei vini, vini liquorosi, vini spumanti, vini aromatizzati e prodotti simili ottenuti a base di frutta diversa dall’uva, nonché delle bevande del codice NC 2206 00 ottenute da uva o mosto di uva, delle bevande con un contenuto di alcol pari o superiore al 10 % in volume, dei prodotti della panetteria e della pasticceria che, per loro natura, sono normalmente consumati entro le ventiquattro ore successive alla fabbricazione, degli aceti, del sale da cucina, degli zuccheri allo stato solido, dei prodotti di confetteria consistenti quasi unicamente in zuccheri aromatizzati e/o colorati, delle gomme da masticare e prodotti analoghi.

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Come conservare correttamente il sale da cucina

Dunque, in base al Regolamento Europeo 1169/2011 anche il sale da cucina rientra tra gli alimenti che non necessitano dell’indicazione della data di scadenza sulla confezione e possiamo consumarlo anche dopo molti mesi dal suo acquisto. Tuttavia, se la scatola è deteriorata oppure viene tenuta in un pessimo stato di conservazione il sapore del sale può risultare alterato e stantio. Quindi, nonostante il sale da cucina sia tra le sostanze che non scadono è bene tenerlo in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di calore.