Governance del Recovery Plan: a rischio di saltare gli aiuti UE di luglio
Come ben noto, l’Italia ha recentemente presentato il suo Recovery Plan, detto anche Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dopo svariate settimane di lavoro, caratterizzate da uno studio incessante sull’articolazione del testo e delle ’missioni’ che lo compongono, il nostro Paese è stato dunque in grado di inviare il documento definitivo a Bruxelles.
Nell’ambito degli aiuti previsti nel programma Next Generation UE, ora la palla passa alle istituzioni dell’Unione, le quali si sono impegnate ad erogare gli aiuti previsti, per consentire agli Stati membri di risollevarsi, a seguito della crisi da pandemia.
In particolare, è recentissimo l’annuncio del vicepresidente esecutivo della Commissione europea Dombrovkis: i primi stanziamenti dovrebbero arrivare da luglio; la seconda tranche è attesa invece entro la fine del 2021. Vediamo dunque un po’ più nel dettaglio quali sono le ultime novità sul tema.
Recovery Plan italiano e gli aiuti della UE: i tempi e le condizioni
Come ben noto, l’Italia è la destinataria della più grande fetta di aiuti europei, centinaia di miliardi di euro suddivisi tra contributi a fondo perduto e prestiti garantiti. Ciò però a patto che il nostro Paese - nei prossimi mesi - finalmente realizzi una serie di riforme strutturali, che vadano a toccare più settori: lavoro, fisco, pensioni, giustizia, tra le altre.
Non solo. Per l’ex Presidente del Consiglio e ora commissario europeo Paolo Gentiloni, è necessario «coinvolgere i Parlamenti» nella delicata fase di assegnazione degli aiuti economici UE.
In base alle notizie emerse negli ultimi giorni, nella seconda metà di giugno la Commissione europea dovrebbe mettere a punto "le prime proposte" di approvazione dei piani nazionali di Recovery. Ne conseguirebbe che i primi pagamenti dovrebbero giungere già a luglio.
Questo in sintesi il contenuto dell’intevento del vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis, in audizione alla commissione Econ del Parlamento Europeo, a Bruxelles.
I delicati passi verso l’assegnazione delle risorse
Più nel dettaglio, la Commissione UE dovrebbe dunque dettagliare entro poche settimane i vari provvedimenti di approvazione dei piani nazionali di ripresa e di resilienza, doverosi per aver diritto alle risorse della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu.
A seguito di ciò, il Consiglio dovrebbe adottarle «entro un mese», ha fatto notare Dombrovskis. Tecnicamente parlando, ancora "otto Paesi" membri dell’Ue devono ratificare la decisione sulle risorse proprie. Ciò rappresenta uno step decisivo perché la Commissione UE possa emettere obbligazioni sui mercati, concretizzando le risorse per finanziare il piano.
Al momento, le istituzioni europee non escludono di poter versare seconde tranches entro la fine di quest’anno, «ma dipenderà dal rispetto degli obiettivi e delle ’milestones’» di cui ai piani nazionali. Molto insomma spetterà all’Italia: quanto più riuscirà ad essere efficace e tempestiva nella stesura ed attuazione delle riforme richieste dall’Europa, tanto più saranno alte le possibilità di ricevere risorse immediate.
Dombrovskis ha poi evidenziato che nei vari Recovery Plan consegnati finora alla Commissione «ci sono ancora alcuni elementi che dovranno essere aggiustati». Al momento Bruxelles ha ricevuto 14 piani e «ci aspettiamo che la maggioranza dei Paesi li consegneranno entro fine maggio-inizio giugno», ha infine concluso il vice presidente della Commissione UE.