Pensioni e Manovra 2021: come potrebbe cambiare la previdenza tra ape social, opzione donna e quota 41

La fine dell’anno porterà all’approvazione la legge di bilancio 2021: verso nuovi interventi correttivi sulle pensioni, ma la vera riforma è in arrivo solo dal 2022.

Stringono i tempi per l’approvazione della legge di bilancio 2021, con la quale dovrebbero arrivare i nuovi correttivi sulle pensioni attualmente in discussione tra governo e sindacati. La manovra dovrà infatti essere approvata entro la fine dell’anno, con efficacia a partire dal prossimo mese di gennaio. Sul punto ci sono da monitorare le opzioni attualmente in scadenza, ma la discussione sta vertendo anche su un possibile ampliamento dei potenziali beneficiari.

A fare da minimo comun denominatore sono purtroppo le conseguenze dettate dalla grave crisi sanitaria ed economica che continua a colpire il nostro paese. Il coronavirus rischia di porre non pochi paletti sulle possibilità di spesa del governo, nonostante gli importanti aiuti in arrivo dall’Europa. Dall’altra parte, lo stesso covid richiede necessariamente di estendere le tutele previdenziali a tutti quei lavoratori in età avanzata che svolgono il proprio dovere in contesti e con situazioni a rischio per la propria salute.

Riforma pensioni: in LdB2021 attesa la proroga dell’APE sociale e dell’opzione donna

Stante la situazione, la bozza della legge di bilancio redatta dal governo e in arrivo in Parlamento prevede comunque la conferma delle pensioni anticipate tramite Ape sociale, in scadenza entro il termine dell’anno in corso. Positivo anche il parere sull’estensione dell’opzione donna, che dovrebbe essere rinnovata di un ulteriore anno.

Parallelamente nel 2021 i lavoratori potranno continuare a usufruire ancora per 12 mesi della quota 100, l’opzione che garantisce l’uscita dal lavoro senza penalizzazioni con almeno 62 anni di età e 38 anni di versamenti, accettando il vincolo della non cumulabilità con altri redditi da lavoro. L’opzione sperimentale risulta in scadenza il 31 dicembre del prossimo anno, pertanto una rivisitazione profonda dei criteri d’accesso alla pensione tramite la legge Fornero è prevista solo a partire dal 2022.

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Le pensioni anticipate con la quota 41 e l’ipotesi di una nuova estensione della platea

Nel frattempo anche i lavoratori precoci attendono di conoscere le possibili novità in arrivo riguardanti la cosiddetta quota 41. Come per l’Ape sociale, si parla di una probabile estensione della platea dei beneficiari in favore di coloro che vivono condizioni lavorative a rischio di salute per via di Covid-19. Appare invece esclusa, al momento, una possibile apertura generalizzata a tutti i lavoratori, per via del costo eccessivo della misura.

In affiancamento a queste misure la manovra 2021 potrebbe portare interessanti novità per i fondi esuberi implicati nei processi di ristrutturazione aziendale. Il meccanismo dovrebbe consentire il prepensionamento di coloro che si trovano a pochi anni dalla maturazione dei criteri ordinari di accesso all’Inps (secondo la legge Fornero), avviando al contempo il turn over con le nuove generazioni.

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La pensione di garanzia per i giovani, l’impegno per i precari e il rilancio della previdenza integrativa

Sempre all’interno della nuova legge di bilancio 2021 dovrebbero arrivare nuovi importanti aggiornamenti anche per quanto concerne i giovani. Da tempo i sindacati chiedono l’avvio di una pensione di garanzia per coloro che risultano iscritti al sistema contributivo puro, un meccanismo di calcolo penalizzante rispetto al misto - retributivo e che non prevede adeguamenti alla minima.

Per ovviare al problema, i sindacati chiedono al governo di avviare una pensione di garanzia che consenta una vecchiaia dignitosa anche a chi risulta collegato al nuovo sistema di calcolo e possiede una carriera precaria e discontinua. Bisogna infatti considerare che per questo genere di lavoratori l’impatto della pandemia potrebbe risultare fortemente penalizzante.

Infine, tra i temi caldi del confronto tra governo e sindacati c’è anche il rilancio della previdenza integrativa. Uno strumento che in virtù di quanto appena evidenziato diventa ancora più fondamentale per garantirsi un reddito sufficiente durante la vecchiaia. Sul punto le proposte avanzate chiedono il rilancio del settore con un nuovo semestre di silenzio - assenso per le nuove adesioni e una diminuzione dell’imposizione fiscale applicata agli accantonamenti dei lavoratori.

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