Pensioni, Salvini: «Se in manovra non si fa nulla, torna la legge Fornero. Impensabile»
Il 2025 porterà un nuovo aggiornamento alle pensioni, con percentuali riviste dall’INPS per adeguarsi al contesto economico e all’inflazione. L’incremento previsto sembra deludere molti, poiché rappresenta un valore significativamente inferiore rispetto all’anno precedente. L’aumento delle pensioni per il 2025 è fissato all’1,6%, un drastico calo rispetto al 5,4% del 2024. Questo adeguamento, noto come perequazione automatica, mira a mantenere il potere d’acquisto dei pensionati in un clima economico incerto.
L’importo ridotto ha sollevato critiche tra esperti e cittadini, che considerano il provvedimento insufficiente per fronteggiare l’aumento dei costi della vita. Sebbene alcune proposte parlamentari puntino a un aumento fino al 2,7%, al momento la soglia dell’1,6% rimane quella ufficiale.
Di quanto aumentano le pensioni nel 2025? Pensione minima e altri assegni sociali
L’adeguamento non sarà uniforme, con aumenti calcolati in base agli importi pensionistici. Di seguito, la distribuzione delle pensioni 2025:
- Fino a 2.100 euro (4 volte il minimo INPS): aumento pieno del 1,6%.
- Tra 2.100 e 2.600 euro (4-5 volte il minimo): aumento del 1,44% (90% della rivalutazione).
- Tra 2.600 e 3.100 euro (5-6 volte il minimo): aumento dell’1,2% (75% della rivalutazione).
- Oltre 3.100 euro: incremento limitato allo 0,8% (50% della rivalutazione).
La pensione minima nel 2025 subirà un piccolo incremento, passando da 614,77 euro a 617,89 euro, con possibilità di raggiungere i 620 euro se approvate ulteriori proposte in discussione. Anche l’assegno Sociale nel 2025 e la pensione di invalidità saranno rivalutati dell’1%, raggiungendo rispettivamente 539,75 euro e 336,66 euro.
Quando entra in vigore l’aumento pensione 2025? Cosa aspettarsi dal governo
La misura per l’aumento delle pensioni e degli incentivi nel 2025, benché giustificata dal calo dell’inflazione, non ha mancato di attirare critiche. Da un lato, garantisce una maggiore tutela per i redditi più bassi; dall’altro, gli incrementi ridotti per le pensioni più elevate alimentano il dibattito sull’equità del sistema. Inoltre, l’aumento complessivo è considerato inadeguato rispetto al crescente costo della vita, soprattutto per chi vive in città con un alto indice di spesa. Le nuove percentuali entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025, con i primi adeguamenti visibili già nei cedolini di gennaio. Il dibattito sulle pensioni rimane acceso, con pressioni affinché il governo riveda le politiche di indicizzazione per garantire maggiore equità e sostegno reale.