Il lievito di birra da bene al fegato? Chiediamo all’esperto

Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro il lievito di birra, uno degli ingredienti più noti e usati per la preparazione di prodotti da forno.

Il lievito di birra è composto da “Saccharomices cerevisiae”, ovvero funghi monocellulari che si moltiplicano rapidamente. Si tratta di un agente lievitante che serve a far aumentare di volume impasti sia salati che dolci, i quali risultano particolarmente soffici ed alveolati.

Già nell’antichità si conoscevano le sue virtù e lo si usava contro le malattie epidemiche e come depurativo, infatti ricette a base di “fondo di birra” per conservare la salute e vivere a lungo, sono state trovate nel celebre papiro Ebers, risalente al 3500 a.C.

Lievito di birra proprietà e benefici

Il lievito di birra rappresenta uno scrigno di nutrienti: è fonte straordinaria di vitamine, contiene infatti tutto il complesso di vitamine B, la vitamina D2 e la vitamina E, è ricchissimo anche di proteine ad alto valore biologico e apporta all’organismo una notevole quantità di elementi minerali e di oligoelementi (calcio, fosforo, potassio, magnesio, ferro). Risulta quindi essere un integratore alimentare indispensabile in moltissime condizioni patologiche, ma anche in tutte quelle condizioni fisiologiche che richiedano un regime alimentare particolarmente curato e ricco di fattori vitali.

Complice ed alleato del fegato

Il lievito di birra svolge una funzione probiotica, ovvero contribuisce a riequilibrare la flora batterica e migliorare la digestione, grazie anche alla vitamina B3. Rappresenta un buon rimedio in caso di stitichezza, gonfiori addominali ed eventi diarroici, in quanto facilita e regola il transito intestinale.

Per il suo elevato contenuto di vitamine, oligoelementi e sali minerali, è particolarmente indicato al fine di depurare il fegato e migliorarne la corretta funzionalità, per cui è molto indicato in caso di diete disintossicanti favorendo l’eliminazione delle sostanze cancerogene; risulta quindi essenziale nelle intossicazioni epatiche, nelle epatiti croniche e nelle steatosi epatiche.

Come consumare il lievito di birra e controindicazioni

Il suo consumo è preferibile sotto forma disidrata, reperita in commercio in polvere, scagliette (fiocchi) o compresse. La dose per una persona adulta è di 1 cucchiaio raso di lievito in polvere, oppure colmo se si impiega il lievito in scagliette (quantitativi equivalenti rispettivamente a 4-6 compresse). Si può cospargerlo sulle verdure e sulle zuppe o scioglierlo in un piccolo quantitativo di acqua. Per i bambini invece la dose sarà proporzionalmente ridotta.

Attenzione! Il lievito teme la luce ed il calore oltre i 45 °C. Se ben conservato in un contenitore chiuso a temperatura ambiente, mantiene invece le sue proprietà per oltre un anno, al contrario del lievito fresco che deperisce piuttosto in fretta e si altera in 2 settimane a 15°C e in soli 6-7 giorni a 22°C. Nella digestione del lievito si formano delle purine, che si trasformano in acido urico: pertanto è opportuno non superare la dose giornaliera sopra elencata.