Variante Omicron, Galli spiega perché è necessaria «prudenza»

L’infettivologo ha fatto punto della situazione intervenendo ai microfoni di Agorà su Rai 3

“Prudenza”. È la parola d’ordine che si può estrapolare dal punto di vista che il professor Massimo Galli ha fatto sulla situazione Covid e sulla variante Omicron. L’infettivologo è intervenuto nel corso della trasmissione Agorà, in onda su Rai 3.

A cavallo tra gli ultimi giorni del 2021 ed i primi del 2022 si è assistito ad un numero di contagi ben oltre i 100.000 nella singola giornata. Numeri fortemente limitati rispetto all’incidenza sui ricoveri e sui gravi danni grazie all’azione dei vaccini, ma è evidente che la situazione vada tenuta sotto controllo.

Covid e variante Omicron, difficile fare «previsioni certe»

Galli si è augurato che il “picco” dei contagi possa arrivare entro gennaio. «Da come sta salendo - ha spiegato in relazione alla situazione dell’infezione e alla sua diffusione - ha l’aria di diffondere talmente tanto da non lasciare fare previsioni certe».

Il calo dei positivi degli ultimi giorni nei casi, ma con maggiore percentuale di rilevazione rispetto ai test complessivi, è facile immaginare possa essere stato determinato dalla diminuzione dei tamponi per il periodo festivo (Capodanno e domenica 2 gennaio). A sottoporsi ad accertamento in queste giornate particolari è stato probabilmente soprattutto chi ha avuto certezza di avere avuto un contatto stretto con l’infezione o chi è risultato sintomatico.

«Visti questi numeri iniziali - ha evidenziato Galli - possiamo soltanto prevedere che aumenti ancora per una fase importante. Se ci fosse un immediato inversione di rotta, a cui purtroppo credo poco, beh allora la faccenda sarebbe meno pesante da gestire. Da come stanno le cose dire che, realisticamente, mi aspetto una crescita ancora per diversi giorni. Questo credo imponga prudenza».

Variante Omicron, Galli spiega la capacità di infettare chi ha già avuto il Covid

Tra le criticità che stanno emergendo nell’azione della variante Omicron è la capacità di reinfettare chi aveva già avuto a che fare con il Covid. «Abbiamo - ha spiegato Galli - una fetta di popolazione importante che ha sviluppato anche un’immunità naturale, che però questo virus sembra bucare. Ne ho visti diversi e non mi succedeva nel periodo precedente». Galli parla di un “2-3 per mille” di casi che avveniva con le precedenti varianti.

Variante Omicron, i rischi dell’alta circolazione e la necessità di dati certi

È chiaro che sulla variante Omicron cominciano ad arrivare buone notizie rispetto ad una minore patogenicità. Ma per trarre conclusioni il professore invita alla prudenza. Le esperienze passate con molti virus, come lui stesso ha evidenziato, raccontano come le mutazioni abbiano spesso finito per portare a varianti con «una minor capacità di far ammalare le persone rispetto al virus originario».

Per certi versi sembra la trafila dalla prima versione del Covid a Omicron, ma è presto per arrivare a questa conclusione e soprattutto ci sono delle cose da sottolineare. «Noi - ha spiegato Galli - abbiamo questo virus che ha 32 mutazioni rispetto a quello di Wuhan e su questa base forse potrebbe essere meno patogeno. Di solito, però, la minor patogenicità dovrebbe andare di pari passo anche con una minor diffusibilità, anche se questa non è una regola. Questo è molto più diffusivo e si spera sia meno patogeno. Fino a che i dati non saranno consolidati io continuo ad invitare alla prudenza».

L’alta circolazione del virus va considerato come un rischio secondo lo scienziato. «Se ci sono moltissime persone infettate - ha evidenziato Galli - c’è anche la possibilità che il virus continui a mutare. L’impatto con i numerosi sistemi immunitari, siano essi di persone vaccinate e non, faciliti ancora la selezione di ulteriori mutazioni. E questo dove porta non lo so. Se portasse al raffreddore mi andrebbe benone, ma non sono così sicuro».