Covid, Abrignani (CTS): «Senza vaccini guardando a 2020 avremmo 2000 morti al giorno»

L’importanza del vaccino sottolineata dal professor Sergio Abrignani in un’intervista rilasciata a Repubblica e la possibilità che nel futuro il Covid possa avere i numeri dell’influenza

«Senza vaccini, guardando ai dati del 2020, oggi avremmo 10mila persone in terapia intensiva e 2mila morti al giorno». Sono le parole con cui il professor Sergio Abrignani, a Repubblica del 31 dicembre, risponde indirettamente a quanti si chiedono se la campagna di vaccinazione abbia funzionato.

Covid, i numeri se tutti fossero vaccinati

I vaccini evitano le ospedalizzazioni, i casi gravi e le morti e, in base ai numeri, stanno facendo il loro lavoro. Anzi potrebbero farlo di più se le percentuali fossero più alte. «Se fossimo tutti vaccinati - ha chiarito il medico - oggi avremmo 440 ricoverati in terapia intensiva invece di 1.200 e saremmo tutti in zona bianca».

Parole significative quelle dell’immunologo dell’Università di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico, in giorni in cui forse è più importante di altri sottolineare ancora una volta come ci sia differenza tra positivo e persona che sviluppa una patologia significativa.

Variante Omicron e l’aumento dei contagi

Il 2021 si chiude con un’autentica esplosione di contagi. Scenari già visti in altri paesi e che potrebbero essere diretta conseguenza dell’azione della nuova variante, di cui si è molto parlato nelle ultime settimane. «Omicron - ha detto Abrignani - probabilmente è già prevalente. I numeri che vediamo si spiegano solo con la nuova variante».

Diversi studi sulla variante Omicron stanno iniziando ad evidenziare come questo nuovo ceppo del virus abbia la caratteristica di fermarsi alle vie aeree superiori, senza andare ad interessare i polmoni. Rispetto, però, a quanto accadeva con i precedenti ceppi la barriera da superare è significativa.

«Il virus - ha spiegato Abrignani - incontra una maggioranza di immunizzati e i vaccini mantengono un’ottima capacità di prevenire i sintomi gravi. L’epidemia seria oggi riguarda soprattutto i non vaccinati».

«L’obbligo - ha proseguito l’immunologo in relazione al vaccini - salverebbe il Paese da ulteriori danni della pandemia e i No-Vax dall’alto rischio di forme severe».

Covid, i dati da monitorare nelle prossime settimane

Quelle che potrebbero essere le conseguenze di Omicron nel 2022, tuttavia, possono essere preannunciate all’Italia da quanto sta avvenendo all’estero, come ad esempio la Gran Bretagna dove l’aumento delle ospedalizzazioni non è paragonabile a quello dell’anno scorso.

«Se nelle prossime settimane - ha spiegato Abrignani - riusciremo a mantenerci tra 100 e 200 decessi al giorno nonostante i 100-200mila positivi avremo una letalità intorno all’uno per mille, un dato simile a quello dell’influenza». La prospettiva descritta è che per molti possa davvero diventare un raffreddore, restando un rischio soprattutto per i più fragili.

«Le vittime - ha spiegato Abrignani - saranno sempre troppe, ma saremmo appunto ai livelli dell’influenza, che causa tra 4 e 15mila morti ogni anno, uno ogni 500-1000 contagi. Per l’influenza non si chiude un Paese e la decisione della Gran Bretagna di non prendere misure drastiche di fronte ad Omicron vuol dire proprio questo».