Stop mascherine al chiuso ad aprile? Ricciardi spiega perché non sarebbe il momento

Il professor Walter Ricciardi, docente di Igiene presso l’Università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute, ne ha parlato nel corso della trasmissione Agorà su Rai 3.

Quando si potrà dire basta alle mascherine al chiuso? È una sorta di traguardo. Quello in cui si potrà pensare di uscire di casa senza avere il pensiero di portare con sé un dispositivo di protezione personale. Di andare al supermercato o in un ufficio senza necessità di coprire bocca e naso.

Il 31 marzo si va verso fine stato emergenza, il resto è da decidere ancora

Si guarda, in un certo senso, al 31 marzo come una possibile data della fine di molte cose. Dello stato di emergenza, del Green Pass e finanche delle mascherine al chiuso. Sono, però, soprattutto ipotesi, su cui bisognerà deliberare in maniera ufficiale. E non tutti gli esperti concordano sulla possibilità che, pur stante l’attuale situazione di miglioramento della situazione Covid in Italia, potrebbe non essere opportuno praticare ancora certi allentamenti.

Ricciardi: «Risultati positivi grazie a vaccinazione e Green Pass»

Sul tema è intervenuto il professor Walter Ricciardi, nel corso della trasmissione Agorà dai Rai 3. Dalle sue parole è emerso, in particolare, come ancora una volta si è di fronte in cui lo scenario migliora e si prova a spingere verso allentamenti con la pandemia ancora in corso.

«Noi - ha spiegato - otteniamo dei risultati positivi grazie alla prevenzione. Grazie soprattutto alla vaccinazione e al Green Pass. Una volta ottenuti, la tendenza naturale umana, ma naturalmente ingiustificata dal punto di vista scientifico, è che rimuoviamo quegli elementi che ci hanno portato fin lì. È come se guidassimo una macchina con la cintura di sicurezza, con prudenza e non avessimo incidenti, soddisfatti di questo ce la togliessimo e iniziassimo a guidare come matti. È chiaro che prima o poi andiamo a sbattere ed è il terzo anno consecutivo, speriamo di no, che facciamo questo errore».

Ricciardi: «La pandemia non è finita»

Il monito è chiaro, anche sulla base di ciò che sta avvenendo in altre realtà nazionali. «La pandemia - ha spiegato il consulente del ministro della Salute - non è finita, intorno a noi ci sono paesi che stanno soffrendo enormemente. Adesso l’Est Europa sta ritornando ad avere, invece che una diminuzione, un aumento dei casi. Per non parlare di altri paesi come gli Stati Uniti ed Hong Kong che sono ancora una volta in condizioni difficilissime».

«Gli Usa - ha proseguito - hanno ormai 3000 morti al giorno, marciano verso il milione di morti. E lo ricordo: 850.000 di questi morti, secondo studi statunitensi, sarebbero stati evitabili se fossero stati vaccinati». L’Italia ha alti livelli di copertura vaccinale nella popolazione. L’idea, però, di praticare allentamenti, come ad esempio lo stop alle mascherine al chiuso, non convince il professor Ricciardi.

«I vaccini - ha spiegato - da soli non bastano. Insieme ai vaccini bisogna adoperare cautele nei comportamenti. Per esempio negli ambienti chiusi l’uso delle mascherine è ancora rilevantissimo, così come l’uso del Green Pass ha dimostrato nei paesi che l’hanno attuato un consistentissimo saldo positivo in termini di prevenzione».

Stop mascherine al chiuso, Ricciardi: «Il nostro consiglio è caldamente: evitare»

Il quadro illustrato da Ricciardi è sufficiente a spiegare i motivi per i quali, da tecnico e rispetto alla possibilità di uno stop alle mascherine al chiuso a partire dall’1 aprile, la sua opinione è chiara.

«Questo - ha dichiarato - è un argomento di discussione, però è chiaro che poi sarà la politica che prenderà le decisioni finali. Il nostro consiglio è caldamente: evitare. Quello che per esempio stiamo vedendo è che purtroppo questi vaccini sono fantastici, sono sicuri, sono protettivi, però non hanno una durata illimitata. Stiamo ricominciando a vedere negli ospedali polmoniti negli anziani che pure hanno tre vaccinazioni e che però sono vaccinati da più di quattro mesi. Oltre alla vaccinazione, che è un perno fondamentale, bisogna continuare ad essere cauti».

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