Lavoro e ferie: quando il datore di lavoro può obbligare il lavoratore a prendere le ferie

Ferie forzate, così si chiamano quelle che il datore di lavoro impone al lavoratore, ma non sempre è possibile.

Ogni lavoratore dipendente matura mese per mese un certo numero di giorni di ferie. Queste infatti sono un diritto di ogni lavoratore che nessun datore di lavoro può non concedere. L’istituto delle ferie però è uno di quelli su cui girano tante voci e su cui si fa un gran parlare. Oggi affrontiamo il caso delle ferie forzate, cioè della fattispecie di situazione in cui il datore di lavoro può obbligare il dipendente a fruire delle ferie maturate e non ancora godute.

In linea di massima questa è una situazione molto frequente in svariati settori. Vediamo cosa dice la normativa vigente e cosa bisogna sapere, dal lato del lavoratore dipendente, nel momento in cui il datore di lavoro di fatto obbliga alla fruizione delle ferie il proprio lavoratore subordinato.

Ferie, come funzionano?

Le ferie sono un istituto che ogni CCNL di categoria contempla. La regola generale è che il lavoratore ha diritto ad un minimo di 4 settimane di ferie per anno. Minimo abbiamo detto, perché essendo un istituto che fa parte di ogni piattaforma di rinnovo contrattuale in qualsiasi settore, ogni CCNL può prevedere un numero maggiore di giorni di ferie da concedere ai dipendenti.

Occorre ricordare che in materia ferie del lavoratore, anche la nostra Costituzione lo rende un principio ineludibile. Infatti la Carta Costituzionale prevede il diritto alle ferie garantito, per consentire al lavoratore il recupero psicofisico, il diritto al riposo, il recupero dei rapporti familiari e sociali e il godimento di momenti di svago.

Le regole generali prevedono l’obbligo del datore di lavoro di far godere delle ferie al proprio dipendente nella misura di due settimane nell’anno solare di lavoro e di altre due (4 settimane è il minimo) entro un anno e mezzo da quello in cui le ferie maturano. Il datore di lavoro che omette di concedere questi diritti al lavoratore, è assoggettato a delle sanzioni ed a risarcire il danno subito dal lavoratore.

Ferie forzate, quando sono lecite?

La fattispecie di situazione che invece andiamo ad affrontare riguarda il caso in cui è il lavoratore che non vuole fruire delle ferie. Un interessante articolo del sito di informazione legale “leggepertutti.it”, affronta proprio questa tipologia di situazione.

Le ferie non godute al termine del rapporto di lavoro, a prescindere dalla motivazione della interruzione, da diritto al lavoratore di ottenere un risarcimento in danaro. In pratica, le ferie non godute vengono pagate dal datore di lavoro al suo subordinato. Le ferie non possono essere monetizzate durante la continuità del rapporto lavorativo, ma questo vincolo decade una volta terminato il rapporto di lavoro.

In base al Codice civile, come sottolinea l’articolo del sito, è il datore di lavoro ad avere l’ultima parola sulla determinazione del periodo dell’anno in cui il lavoratore può fruire delle ferie. Naturalmente ciò non vuol dire che nella determinazione del periodo di ferie non vengano tenute in considerazione le prerogative, le esigenze e gli interessi del lavoratore.

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Il Codice però prevede che il datore di lavoro può scegliere i giorni di ferie dei quali il dipendente deve fruire anche senza accordi in tal senso, a condizione che si tenga conto delle esigenze del lavoratore, che si assicuri al dipendente il godimento di almeno due settimane di ferie nell’anno di maturazione e le restanti due settimane nei 18 mesi. Una cosa da sottolineare è che in capo al datore di lavoro c’è l’obbligo di comunicare al lavoratore con sufficiente e congruo anticipo la collocazione delle giornate di di ferie.

Detto tutto ciò, non esistono vincoli di legge che impediscano al datore di lavoro di collocare in ferie il lavoratore. Occorre solo rispettare quanto detto prima sulle esigenze del lavoratore e sull’obbligo di avvisare il dipendente ed evitare di concedere le ferie frazionate in maniera esagerata, anche tenendo conto che la normativa prevede il diritto del lavoratore a fruire di almeno due settimane consecutive dì ferie.

Ferie obbligate per Covid

Una azienda che chiude in linea di principio non può obbligare il proprio lavoratore dipendente a smaltire le ferie arretrate. Ameno che la chiusura non dipenda da eventi eccezionali. In questi casi però serve un decreto ad hoc. In pratica, quello che è successo nei tre mesi di lockdown per il coronavirus.

Infatti, per il Covid, per decreto è stato concesso alle aziende di compensare l’inattività o la riduzione dell’attività, con lo smaltimento delle ferie residue. In pratica, una autorizzazione bella e buona ai datori di lavoro a imporre le ferie a tutti i dipendenti, sulla base delle esigenze produttive ed organizzative determinate dalla situazione di emergenza nazionale legata all’epidemia di coronavirus.