Dichiarazione dei redditi con più CU e più datori di lavoro: ecco perché si paga col 730

Il perché il risultato della dichiarazione dei redditi spesso è a debito quando ci cono più Certificazioni Uniche

Un contribuente presenta la dichiarazione dei redditi, inserendo i redditi prodotti nell’anno di imposta precedente quello di presentazione, convinto di andare a rimborso perché ha molte spese mediche, ed invece va a debito e quindi a versare. Non è una situazione piacevole e purtroppo non è nemmeno rara.

Alla base di questa brutta sorpresa che hanno molti lavoratori dipendenti, più spesso di quanto si pensi, può esserci la presenza di più di una Certificazione Unica. Aver avuto diversi contratti di lavoro in un anno di imposta può far nascere questa particolare e per nulla buona situazione.

Ma perché si manifesta tutto questo e perché un lavoratore con 30.000 euro di reddito ed un solo Cu va a rimborso ed un altro, sempre con 30.000 euro di redditi, ma con due o tre Cu e a parità di spese mediche da scaricare, si trova a dover pagare? La risposta è nel meccanismo fiscale italiano e dall’Irpef organizzata a scaglioni progressivi.

Irpef e scaglioni, come funziona l’imposta?

L’Irpef è l’imposta sulle persone fisiche ed è dovuta da tutti coloro che producono reddito. Per i lavoratori dipendenti l’Irpef è trattenuta in busta paga mese per mese dal datore di lavoro che funge da sostituto di imposta.

L’imposta è progressiva perché l’aliquota applicata, cioè la percentuale di Irpef dovuta sale con il salire del reddito, ma in modo progressivo, cioè sulla parte che eccede la soglia massima di reddito su cui si applica l’aliquota precedente.

Per chiarire meglio, occorre ricordare che le attuali aliquote Irpef sono:

  • Il 23% per redditi fino a 15.000 euro;
  • il 27% per reddito sopra 15.000 e fino a 28.000;
  • il 38% per redditi sopra 28.000 e fino a 55.000;
  • il 41% per redditi sopra 55.000 e fino a 75.000;
  • il 43% per redditi sopra i 75.000.

Progressività di imposta abbiamo detto, perché per esempio, un soggetto con 18.000 euro di reddito pagherà il 23% di Irpef fino a 15.000 euro e il 27% sui 3.000 euro del secondo scaglione (sopra 15.000 e fino a 28.000). Così invece, un lavoratore con reddito da 30.000 euro, pagherà il 23% su 15.000, il 27% su 13.000 e il 38% su 2.000 (15.000 + 13.000 + 2.000 = 30.000).

Sul lavoro dipendente esiste la detrazione, che abbatte l’Irpef dovuta e che lo stesso datore di lavoro calcola mese per mese. La detrazione massima spettante è pari a 1.880 euro, che poi segna il limite della no tax area di 8.174 euro, perché il 23% di questa soglia è proprio 1.880. In pratica, chi ha redditi inferiori ad 8.175 euro ha le detrazioni di imposta che annullano completamente l’Irpef eventualmente dovuta.

Perché più CU sono penalizzanti?

Il fatto che in presenza di più certificazioni uniche si vada a pagare l’Irpef dipende proprio dagli scaglioni Irpef e dalla progressività di imposta. Un esempio chiarirà meglio tutto e lo facciamo richiamando il lavoratore che in un anno ha redditi pari a 30.000 euro. Se questo soggetto ha lavorato per un solo datore di lavoro, si troverà a dover pagare 7.720 (3.450 primo scaglione, 3.510 secondo e 760 terzo) euro di Irpef, tutto naturalmente trattenuto in busta paga e riepilogato nell’unica CU ricevuta dall’unico datore di lavoro.

Infatti nella CU ci sarà reddito imponibile 30.000 euro e 7.720 euro tra ritenute Irpef e detrazioni da lavoro dipendente. Se lo stesso lavoratore invece ha lavorato per tre datori di lavoro, ricevendo come reddito dal primo 15.000 euro, dal secondo 10.000 e dal terzo 5.000, accade sempre che ogni singolo datore di lavoro calcoli l’Irpef dovuta in base al reddito da lui erogato.

Per questo il primo datore di lavoro tratterrà 3.450 euro, il secondo 2.300 ed il terzo non opererà trattenute dal momento che 5.000 euro è un importo che rientra nella prima citata no tax area. Il totale dell’Irpef che il lavoratore per il tramite dei suoi datori di lavoro ha versato è pari a 5.750 euro, ben 1.970 euro in meno di quanto avrebbe dovuto versare in base alla progressività di imposta e in misura pari al lavoratore con 30.000 euro di reddito ma con unico datore di lavoro ed unica CU.

In pratica, il conguaglio del 730 presenterà un debito pari a 1.970 euro, da versare al netto delle spese detraibili (interessi sui mutui, spese mediche e tutti gli altri oneri detraibili dall’Irpef). Ed a questo occorre aggiungere che anche il vecchio Bonus Renzi o il nuovo bonus Irpefda taglio del cuneo fiscale possono essere influenzati dalla presenza di più CU.

Infatti può capitare che per sommatoria dei redditi si esca fuori dai bonus, che però i vari datori di lavoro hanno comunque erogato perché basati sul reddito da loro erogato e non su quello totale del lavoratore nell’anno solare.

Chiedere al proprio ultimo datore di lavoro (ma andrebbe fatto ogni volta che si cambia lavoro comunicando i redditi del precedente rapporto) di applicare una aliquota superiore a quella che utilizzata solo per quel determinato rapporto di lavoro sarebbe una prassi da utilizzare per evitare spiacevoli sorprese nel 730 dell’anno successivo.