Evasione fiscale in Italia: le parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha parlato a Torino in occasione del Festival dell’Economia

L’evasione fiscale è un problema rilevante per l’Italia. Se tutti pagassero le tasse la situazione dei conti pubblici sarebbe migliore. Da tempo si cercano soluzioni a questa emorragia che vale miliardi di euro.
Sul tema si è espresso il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, soffermandosi anche su quelli che dovrebbero essere i provvedimenti nei confronti di chi evade.

Evasione fiscale, le parole di Ruffini

«La pena detentiva - si legge nelle dichiarazioni riportate dal sito di SkyTg24 - non mi ha mai convinto». Un pensiero a cui Ruffini ha affiancato il dubbio se sia meglio mettere in carcere l’evasore, magari finendo per far fallire la sua attività, o invece farlo lavorare in maniera tale da ripagare la collettività.

Il dato significativo riguarda il numero dei cittadini che non pagherebbe le tasse. «Sono 19 milioni - dice Ruffini nel virgolettato ripreso dal The Huffington Post - gli italiani che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva. Li abbiamo individuati, il problema è la riscossione, non identificare gli evasori»

Meglio riscuotere che punire

Un interrogativo sollevato nel corso del Festival dell’Economia di Torino. Nell’occasione Ernesto Maria Ruffini ha presentato il suo libro «’Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi».

Nelle parole riportate da Repubblica.it, inoltre, si è parlato di strumenti che facciano «rientrare in careggiata» coloro i quali hanno ricevuto una cartella esattoriale. Ruffini ha lasciato intendere che nel suo sistema ideale chi non paga viene intercettato e deve pagare per ciò che non ha versato. «Chi - ha aggiunto - è poi così autolesionista da evadere?».

Lotta all’evasione fiscale, un tema dove ci sono diversi equilibri da considerare

Quello della lotta all’evasione fiscale è da sempre un tema che anima i dibattiti politici. Inevitabile sostenere le ragioni di chi ha sempre pagato le tasse e che pretenderebbe che anche gli altri lo facessero.

E ci sono però anche quelle di chi non è più furbo, ma potrebbe essere rimasto indietro nei pagamenti per i problemi economici che derivano da una fase storica con tante difficoltà. Così come esistono cittadini che agiscono con dolo. Una situazione su cui, come spesso accade, ci sono equilibri da tenere e l’uscita del direttore dell’Agenzia delle Entrate appare di grande equilibrio.

Anche perché è sicuramente di maggiore utilità per la collettività riscuotere il dovuto che non mettere in atto azioni che finiscano solo per punire eventuali inadempienze economiche nei confronti del Fisco.

Il principio deducibile è che sarebbe meglio far pagare quanto dovuto agli evasori, più che trovare il modo di punirli o mettere regole con pene più importanti in maniera tale da dissuadere comportamenti mirati ad evadere il Fisco.