Covid, nuovo annuncio di Crisanti: «Dopo un anno non abbiamo imparato»

Il professor Andrea Crisanti è stato ospite di Sky Tg24, ecco cosa ha detto sulla situazione epidemica in Italia

L’incidenza della variante inglese del virus si fa sempre più alta, in queste ore altri due Comuni in provincia di Roma sono diventati zona rossa. E mentre l’Istituto Superiore di Sanità fa sapere che dall’inizio della campagna di vaccinazione, i contagi tra i sanitari si sono dimezzati, Roberto Speranza assicura che abbiamo le «armi per vincere questa guerra che però non è ancora vinta».

L’annuncio di Crisanti a Sky Tg24: «Ridurre al minimo i contatti»

Il direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, a Sky TG24 nello speciale «Un anno di Covid» condotto da Tonia Cartolano, ha affermato che dopo un anno di pandemia «non abbiamo ancora imparato». «Abbiamo pensato che con questo tipo di virus si potesse convivere. Forse siamo ancora in tempo a cambiare strategia che riduca al minimo i contatti», ha detto.

Il virologo ha ricordato che anche durante la prima ondata ci furono dei ritardi nel capire la gravità della situazione. In effetti, passarono 16 giorni dalle prime diagnosi ai primi decessi. I primi studi a Vò fin dall’inizio avevano dimostrato che il 28 febbraio c’era il 3% della popolazione e quale fosse la capacità di riproduzione del virus. «Nessuno ha saputo leggere questi dati», ha detto ancora Andrea Crisanti.

Poi ha aggiunto che a Vò è stato dimostrato che testando tutte quante le persone in modo rapido e circoscrivendo il focolaio, era possibile ridurre al minimo la trasmissione.

Poi ci sono voluti mesi per scoprire che c’erano gli asintomatici e quale fosse il loro meccanismo di trasmissione. «Mentre noi facciamo fatica a capirlo, altri Stati hanno capito la lezione e ci hanno dimostrato come si fa. Guardiamo quello che è successo due settimane fa in Australia dove per 5 casi hanno messo in lockdown 1,5 milioni di persone senza proteste con 150mila tamponi fatti per chiudere la partita».

Crisanti lancia l’allarme: «Serve una risposta tempestiva»

Per Andrea Crisanti non riusciamo a contenere il virus perché le mascherine non bastano e il sistema dei colori a zone gialle e rosse non è ottimale. Per l’esperto, questo sistema potrebbe funzionare ma per ridurre drasticamente il contagio da Covid-19, bisognerebbe trovare un modo per ottenere una risposta tempestiva.

Il sistema dell’Italia a colori non è tempestivo perché si basa su parametri che sono abbastanza complessi da reperire. Per calcolare l’indice Rt, infatti, ci si basa sui dati della settimana precedente. «Invece per combattere il virus c’è bisogno di parametri puntuali affinché diano una risposta tempestiva. Questo sistema s’è dimostrato probabilmente un po’ troppo macchinoso e lento».

Ed ha concluso: «L’agenda non la detta il politico o l’esperto: l’agenda la detta il virus. Se c’è trasmissione c’è una sola cosa da fare, non possiamo di volta in volta dare retta ai vari portatori d’interesse, perché è questo che abbiamo fatto. Bisogna fare come in Nuova Zelanda, Australia, Giappone e anche Vietnam».