Covid, fine pandemia in vista? Galli: «Siamo ad un discorso di sfere di cristallo»

Il professor Massimo Galli, ai microfoni di La 7, ha sottolineato la necessità di continuare ad affrontare la situazione con cautela in vista del futuro.

«Siamo sempre ad un discorso di sfere di cristallo. Finisco per utilizzare sempre lo stesso termine: cautela». Sono le parole con cui il professor Massimo Galli, intervenuto nel corso de L’aria che tira su La7, si è espresso sull’ipotesi che la pandemia Covid stia scemando. L’infettivologo ha scelto di utilizzare lo stesso termine, cioè cautela, «che - ha proseguito - probabilmente avrà annoiato fino in fondo tantissime persone, ma non mi sento di uscirmene con proclami di tipo ottimistico».

Situazione Covid in Italia, il punto del professor Galli

Nella sua analisi della situazione non ha mancato di mettere in rilievo l’evidenza di un andamento favorevole sul piano del carico sui sistemi sanitari. «C’è - ha sottolineato - una grande quantità di infezioni che vengono in nessun modo registrate, però quello che conta è che il calo dei ricoveri e dei ricoveri in rianimazione comincia a essere confortante».

Resta alto il numero dei decessi, ma il professore ha dichiarato che: «In questo paese non si sequenzia abbastanza per capire quanti siano da Delta e quanti da Omicron». Da tempo si ipotizza che la prima, in virtù della sua maggiore patogenicità, possa rappresentare una causa di morte da Covid più frequente rispetto alla più nuova tra le mutazioni. «A questo punto - ha dichiarato Galli - è un probabilmente, più che un certamente sì» in relazione alla mancata certezza sul fatto che l’origine delle morti con il virus sia addebitabile a Delta.

Covid, Galli ricorda la possibilità dell’emersione di varianti

La necessità di cautela evidenziata da Galli nasce anche dal fatto che, con l’arrivo di Omicron 2, sia stata confermata una delle caratteristiche più subdole del Covid. «La dimostrazione - ha sottolineato l’infettivologo - dell’ulteriore capacità e dinamicità di questo virus di cambiare e che riesce a produrre, visto il grandissimo numero di infezioni che provoca, ulteriori variazioni che derivano da mutazioni. Quanto questo vada rapidamente nella direzione di un’attenuazione della patogenicità è un pochino prestino per dirlo».

Criticità che, come è noto, potrebbe essere enfatizzata da larga parte del mondo non ancora vaccinata, con zone dove la percentuale di copertura vaccinale è molto bassa e in cui potrebbe essere facilitata la creazione di varianti.

Mascherine, Galli ricorda che all’aperto servono solo se si incontrano persone

Galli, sin dall’inizio della pandemia, è stato uno dei medici che ha mantenuto l’atteggiamento di maggiore prudenza. Rispetto al fatto che ci sono colleghi che ritengano di dover prendere atto che la pandemia sia in discesa e che è il momento di lasciare stare le mascherine all’aperto, l’infettivologo mantiene le sue idee.

«Le ho già viste - ha ricordato - queste situazioni. Tocca che almeno qualcuno mantenga la voce della cautela. Ho sempre sostenuto che la mascherina all’aperto serve esclusivamente, non come dogma da applicare in ogni caso, ma quando ti trovi in un luogo affollato di persone».

«Al chiuso - ha aggiunto - ed in determinate situazioni con l’Omicron che si diffonde la mascherina Ffp2 è giustificata, all’aperto e in situazioni in cui non incrocio nessuno ho sempre sostenuto che tu debba avere una mascherina nelle tue disponibilità. Nel momento in cui fosse necessaria va utilizzata».