Positivi al Covid: come funziona e come potrebbe cambiare la quarantena
«L’estate magari sarà tranquilla, ma l’inverno prossimo sarà certamente a rischio». Sono le parole con cui il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, ha anticipato gli scenari che potrebbero riguardare il Covid nei prossimi mesi. Ne ha parlato in un’intervista rilasciata a La Stampa del 21 febbraio.
Lo ha fatto lasciando intendere come i presupposti rendano necessario un approccio prudenziale e con responsabilità al prossimo periodo, sapendo che Omicron non sarà l’ultima variante. Una prospettiva a cui si associa una maggiore probabilità che le mutazioni portino il virus ad essere meno pericoloso rispetto alle manifestazioni avute finora.
Covid, verso fine stato emergenza: il pensiero di Pregliasco
La progressione verso la bella stagione potrebbe, dunque, portare ad un miglioramento della situazione, ma come già accaduto guardando più avanti si potrebbe tornare a dover fare i conti con il virus.
Questo non implica che si tratti di una previsione allarmista, ma semmai un monito rispetto alla necessità di mantenere un atteggiamento prudenziale. A maggior ragione se ci si avvia verso quella che si ipotizza essere la fine dello stato d’emergenza, con la mancata proroga della scadenza del 31 marzo.
«Occorre spiegare - ha evidenziato Pregliasco - che questo comporta una maggiore responsabilizzazione da parte dei cittadini. Bisogna andare per gradi, salvaguardando la vaccinazione, i richiami e preparandoci all’endemizzazione del virus».
Covid e Green Pass, Pregliasco: «Almeno fino a giugno, poi si vedrà»
C’è, inoltre, chi spinge affinché il Green Pass venga abolito. La certificazione verde è oggetto di discussione rispetto alla possibilità che abbia esaurito il suo compito, ossia quello di stimolare la popolazione alla vaccinazione, o che possa rappresentare un ostacolo per settori come il turismo.
Per Pregliasco «non deve - ha precisato - durare per sempre, ma almeno fino a giugno. Poi si vedrà in base all’andamento epidemiologico». Non bisogna, inoltre, dimenticare che fino al 15 giugno resta in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50.
Omicron, Pregliasco: «Non sarà l’ultima delle varianti»
L’evoluzione della pandemia ha un punto cruciale nel monitoraggio di quelle che saranno le eventuali mutazioni e la valutazione di quello che potrà essere il loro impatto sulla copertura vaccinale o eventualmente naturale che le persone hanno acquisito e che in questa fase si sta rivelando uno scudo significativo ai fini del contenimento degli effetti del virus.
«Omicron - ha precisato Pregliasco - non sarà l’ultima delle varianti, ma per fortuna è più probabile che le mutazioni vadano verso un’attenuazione della pericolosità del virus». Una dinamica che, per certi versi, si è già verificata proprio con Omicron.
Quest’ultima è stata etichettata come una mutazione caratterizzata da una maggiore diffusibilità, ma con una minore patogenicità e capacità di determinare polmoniti gravi. La vaccinazione, tra l’altro, ha ulteriormente lenito i suoi effetti. Leggi anche: Covid, Crisanti: «Meglio infettarsi ora che ad ottobre? Esatto»