Raid siriano all’esercito turco: morti 33 militari

Continua il conflitto nella provincia di Idlb tra Siria, Russia e Turchia.

Mentre nel mondo il coronavirus continua a tenere banco, in Turchia ed in Medio Oriente si continua a lanciare bombe e provocare decine di morti ogni giorno. Nella notte un raid aereo, che la Turchia ha attribuito all’esercito di Bashar Al Assad, ha provocato la morte di ben 33 militari turchi nella provincia di Idlb. L’episodio è collegato con le dichiarazioni di Erdogan di alcuni giorni fa che si era detto convinto di essere in netto vantaggio nel conflitto e all’invasione dello spazio aereo siriano da parte di un drone turco. La situazione è in costante peggioramento da inizio mese

La controffensiva di Ankara ordinata da Erdogan non ha tardato ad arrivare e prevederà attacchi sia terrestri che aerei. Omer Celik, portavoce del partito per la giustizia turco, ha annunciato che consulterà nelle prossime ore la NATO e che questo attacco dev’essere interpretato come una violazione nei confronti, non solo della Turchia, ma dell’intera North Atlantic Treaty Organization.

Le mosse di Erdogan

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha convocato una riunione di emergenza durante la quale è stato chiaro il suo desiderio di vendicare l’attacco subito. Oltre a questo, Erdogan, ha chiesto l’aiuto dell’Unione Europea, o meglio, ha espressamente ammesso di voler ricattare l’UE. La guardia costiera e l’esercito turco non fermeranno più i migranti che cercano di uscire dalla Turchia per dirigersi in Europa se la Turchia non riceverà sostegno da questi ultimi. La rotta dei migranti che attraversa la Turchia e i suoi confini è da sempre considerata una delle più calde.

Erdogan avrebbe poi chiamato Putin per chiarire il suo ruolo nel conflitto e invitandolo, ancora una volta, a fare pressioni sul presidente della Siria Basar al-Assad, ma nulla lascia pensare ad un accordo pacifico tra i due.

La posizione della NATO, degli USA e dell’ONU

Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha condannato i ripetuti attacchi dei siriani e dei turchi nei confronti della Turchia chiedendo a gran voce una de-escalation per evitare che la situazione degeneri. In una nota ai governi russo e turco, il segretario generale della NATO, ha invitato a fermare l’offensiva e a pensare alla situazione umanitaria critica presente nella regione e a come potrebbe peggiorare in caso di un inasprimento del conflitto.

Anche il portavoce degli Stati Uniti prende le difese della NATO e condanna questi atti di guerra: «Noi siamo con la Turchia, il nostro alleato nella Nato, e la sosterremo». Stephane Dujarric, portavoce dell’ONU, ha detto: “Se non ci si muove in fretta, il rischio di un escalation nel conflitto tra Turchia, Siria e Russia aumenta di ora in ora” - prima di aggiungere - «Non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria, l’unica soluzione è un processo politico facilitato dalle Nazioni Unite»