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Tensioni tra Kosovo e Serbia, con sullo sfondo quelle ormai consuete tra il blocco occidentale della Nato e la Russia. É la nuova situazione internazionale finita sotto l’attenzione mediatica.
Perché ci sono tensioni tra Kosovo e Serbia
I rapporti tra Kosovo e Serbia richiamano alla mente la situazione tesa tra le parti, sfociata nei bombardamenti Nato su Belgrado a fine anni ’90. In quell’occasione nel mirino finì il trattamento serbo riservato alle minoranze della regione, dichiaratasi poi paese autonomo.
Le tensioni degli ultimi giorni riguardano le targhe delle auto. Le autorità kosovare impongono alle auto circolanti di non utilizzare targa serba e di cambiarla a coloro i quali già la abbiano. Una decisione che, ad esempio, potrebbe generare problemi alla minoranza di cittadini serbi che vive nella regione e viaggia su mezzi immatricolati con un identificativo che fa capo a Belgrado.
La questione targhe e gli spari
Nella notte di domenica sono arrivati degli spari contro la polizia di frontiera kosovara. Un gesto che non ha ancora una paternità, ma che rappresenta un fatto che tende a riaccendere le antipatie di sempre. A livello internazionale hanno fatto notizia le parole del presidente serbo Aleksandr Vucic. Quest’ultimo ha mostrato in tv una cartina del Kosovo con la bandiera serba e ha detto che se i serbi saranno minacciati la Serbia ne uscirà vittoriosa.
Le parti contrapposte anche sullo sfondo
Non è, inoltre, un mistero che la Serbia abbia una maggiore vicinanza alla Russia e non una particolare simpatia per la Nato dopo quanto accaduto negli anni. Quando, ad esempio, tutto il mondo si indignava per l’invasione ucraina, a Belgrado persino negli stadi si esponevano striscioni che elencavano le azioni militari americane nel corso della storia.
Situazione opposta quella del Kosovo, che ha negli Stati Uniti un interlocutore importante. Non a caso da Mosca è già arrivato un avvertimento affinché il governo locale, l’Unione Europea e gli Stati Uniti abbiano modo di terminare le provocazioni.
La volontà di non aprire altri fronti
Dalla Nato, invece, emerge la volontà di osservare la situazione e valutare la possibilità di un intervento qualora nella zona dovesse innescarsi qualche tipo di tensione. Di certo c’è che, soprattutto da parte americana, non c’è alcuna voglia affinché si apra un altro motivo di scontro, anche solo verbale, con la Russia.
Resta un punto quello tra Kosovo e Serbia tra quelli di maggiore inquietudine, in quella che è la situazione geopolitica internazionale. In una fase in cui l’attenzione va soprattutto a ciò che accade in Ucraina.