Vaccino Covid, Palù: «Possibili altri richiami in autunno»

Il professor Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, virologo e membro del Cts, ha parlato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera

«È presto per dire se il Covid-19 sia in via di esaurimento. Mentre la curva epidemica è in fase di regressione in oltre 20 Paesi del mondo, assistiamo ancora alla rapida crescita dei casi nell’Est Europa e nel Sudest asiatico».

Sono le parole con cui il professor Giorgio Palù, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 7 febbraio, ha sottolineato quanto sia ancora importante restare in guardia sul fronte Covid.

Lo ha fatto ponendo l’accento anche sul fatto che oggi il mondo sia molto popolato e ci siano ancora «aree popolate da comunità ancora suscettibili al virus». Questo perché non hanno un’importante diffusione della vaccinazione o perché non risultano immunizzate per aver contratto l’infezione.

Green pass illimitato, Palù: «Più corretto parlare di validità prolungata sine die»

Il presidente dell’Aifa, virologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico ha fornito diversi spunti sulla lettura delle possibili evoluzioni. A partire dalla questione Green Pass illimitato

A partire dall’1 febbraio la certificazione verde ha visto la sua valenza ridotta a sei mesi. Chi, però, ha ricevuto il booster o si è infettato dopo due dosi di vaccino potrà beneficiare di un pass «illimitato». Una scelta basata sul fatto che, al momento, non è prevista una quarta dose.

Secondo Palù «dal punto di vista lessicale» la definizione di «illimitato» è improprio per il Green Pass. «Non si può - ha spiegato - intendere che il booster conferisce una protezione persistente nel tempo. È più corretto parlare di validità prolungata sine die»

Vaccino Covid, Palù parla dell’ipotesi di altri richiami

Un punto di vista espresso sottolineando la necessità di attendere evidenze scientifiche. «Siamo in attesa - ha chiarito il presidente dell’Aifa - di dati raccolti sul campo circa la durata della protezione vaccinale e la qualità e alla persistenza della risposta immunitaria. È quindi possibile che vengano utilizzati altri richiami magari il prossimo autunno con un vaccino polivalente aggiornato, se si conferma l’attuale calo della curva epidemica».

L’ipotesi di un quarta dose o comunque di un richiamo resta dunque subordinata alla valutazione dei dati o magari alla presenza di un nuovo preparato che abbia una funzionalità più specifica verso le varianti che sono emerse in seguito al virus originario di Wuhan. C’è, inoltre, chi tra gli scienziati ha anche parlato dell’ipotesi che si possa immaginare una nuova vaccinazione solo per i più fragili.

Covid, una variante sorprendente? Palù: «Non è e da escludere, sebbene...»

E proprio la scienza è stata, fino ad ora, l’arma attraverso cui si è riusciti a rendere più controllabile il Covid. Il grande timore per il futuro è che naturalmente possa emergere una variante che possa sorprendere ed in negativo.

«Non è da escludere - ha spiegato Palù - sebbene una reversione genetica sembra poco conciliabile col programma evolutivo di SarsCoV-2, la cui persistenza nella specie umana le è garantita da una ridotta virulenza». Niente allarmismi, dunque, ma consapevolezza che c’è ancora strada da fare nella partita contro il Covid.