Telefonata tra Conte e Renzi, Giletti: «Conte si è abbassato, ha messo da parte l’orgoglio»

Il conduttore di Non è l’Arena, nel corso di Giletti 102.5 su Rtl, ha detto la sua telefonata che sarebbe intercorsa tra Conte e Renzi.

La telefonata tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi fa già parte della storia recente della politica italiana. L’interlocuzione telefonica è stata oggetto di tanta attenzione mediatica e, in un certo senso, rischia di diventare il simbolo di una crisi di governo che non pare destinata ad avere una risoluzione immediata.

Ma cosa si sono detti il premier dimissionario e il senatore leader di Italia Viva? Difficile delineare i contorni dettagliati della discussione, ma al di là di quello che può essere il contenuto dell’interazione, la sola idea che prima che Matteo Renzi andasse al Quirinale possa essersi confrontato regala diverse potenziali chiavi di lettura.

Conte telefona a Renzi, la lettura di Giletti

Risulta, in tal senso, significativa quella espressa da Massimo Giletti. Nel corso della trasmissione Giletti 102.5, in onda il venerdì sul network di Rtl, ha fatto il punto su ciò che è accaduto il giorno prima e lo ha fatto utilizzando termini significativi.

«C’è stata - ha evidenziato in apertura di trasmissione - questa telefonata. Conte, che si è abbassato ed ha messo da parte l’orgoglio, ha chiamato Renzi, sperando che l’uomo di Rignano dicesse sì al Colle e, invece, c’è stata molta freddezza».

Un gelo non totale secondo molti osservatori della politica. «Una specie di mezza apertura, le cose - ha puntualizzato Giletti - andranno per le lunghe. Continueranno la prossima settimana».

Resta, ovviamente, da capire se questo gesto di Conte possa diventare il primo dei passi finalizzati a tendere la mano ad Italia Viva per una nuova intesa nell’interesse nazionale.

Telefonata Conte-Renzi, il day after vede crescere l’ipotesi mandato esplorativo

La telefonata tra Conte e Renzi non è un retroscena di gossip politico, ma il contatto tra i due è stato confermato dallo stesso senatore di Italia Viva. Quest’ultimo, subito dopo le consultazioni con Mattarella, ha rivelato di aver sentito il premier dimissionario. Lo ha fatto aggiungendo facendo intendere come le connotazioni dell’attuale distanza non sono riferibili a «elementi caratteriali» tra le parti.

Mandato esplorativo, resta lo scenario immediato più probabile

Nelle prossime ore il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe delegare una figura istituzionale con un mandato esplorativo (il presidente della Camera Roberto Fico?). In tal modo il capo dello Stato proverà a valutare se esistono i margini affinché si possa andare a mettere in campo una nuova maggioranza all’interno del Parlamento in carica.

Ad oggi le ipotesi d’uscita della crisi restano molteplici. Da quella che sarebbe una clamorosa «riconciliazione politica» tra Conte e Renzi per un Conte ter, ad un nuovo governo con Italia Viva ma senza il premier dimissionario, passando per un esecutivo d’unità nazionale con larghe intese. L’ultima opzione restano, invece, le elezioni che restano lo scenario meno probabile, ma non impossibile.

L’unico dato ormai chiaro è che, affinché si possa uscire da questa crisi, i tempi saranno più lunghi di quanto avrebbero potuto auspicare quanti chiedevano per l’Italia una guida più salda di un governo a tempo (come quello uscente) in una fase storica così delicata.

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