Affari correnti, cosa significa per il Governo

Dopo le dimissioni di Mario Draghi il Governo resta in carica per affari correnti, ecco cosa significa

Mario Draghi si è dimesso da presidente del Consiglio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne ha preso atto. Questo significa che il Governo resta in carica solo per gli affari correnti. Ma questo cosa significa? Un interrogativo lecito in una fase in cui c’è grande incertezza sia a livello geopolitico internazionali, che anche e soprattutto economico a livello nazionale.

Dimissioni Draghi: cosa accade adesso

L’Italia non può, ovviamente, restare senza Governo. Non avrebbe potuto farlo in tempi normali, figurarsi in una fase emergenziale come quella in atto. Utilizzando termini che non sono del tutto corretti per il contesto parlamentare, si può dire che l’esecutivo resterà in carica per quella che è l’ordinaria amministrazione.

L’ordinaria amministrazione del Governo Draghi prima dell’uscita di scena

Il Governo non potrà prendere direzioni che possano portare a decisioni che, in qualche modo, sono espressione di una corrente politica o comunque di un proprio indirizzo. Si dovrà cioè occupare unicamente delle questioni che che fanno parte delle necessità immediate determinate dalle contingenze o da quelle che potrebbero essere emergenze che dovessero profilarsi.

Non potrà, dunque, ad esempio esaminare nuovi disegni di legge, salvo che questi non siano innescati da dinamiche che potrebbero fare riferimento al contesto internazionale. Allo stesso modo non gli sarà consentito di approvare decreti, salvo che non siano in scadenza. Tutto ciò che non è necessario al funzionamento della macchina amministrativa non potrà essere gestito dall’esecutivo.

Quegli «affari correnti» in cui potrebbero rientrare questioni che vanno oltre l’ordinario

É innegabile, però, che possano esserci delle questioni inevitabili da affrontare. Anche per un Governo che è in carica solo per il «disbrigo degli affari correnti». Potrebbe, ad esempio, avere i connotati di urgenza la necessità di adottare provvedimenti finalizzati a contrastare effetti come quelli del caro-energia. Discorso diverso, invece, per ciò che riguarda ad esempio la riforma fiscale.

L’Italia, inoltre, deve operare per assicurarsi una nuova tranche dei fondi del Pnrr finalizzando i nuovi progetti. Potrebbe, invece, diventare più difficile ipotizzare che si possano mettere in atto misure come il taglio sul cuneo fiscali o nuove soluzioni d’ucita per le pensioni. Da affrontare, inoltre, la questione legge di Bilancio.

Si va verso elezioni a settembre o ottobre

In sostanza l’Italia, con un Governo chiamato ad occuparsi unicamente di «affari correnti», si troverà in una situazione in cui potrà muoversi poco in avanti. Per avere un deciso cambio di passo bisognerà attendere il prossimo Governo. Non si cercheranno nuove maggioranze in questa legislatura e si andrà ad elezioni. Si attende adesso che sia fissata la data.

Si ipotizzano già due possibili scadenze: quella del 25 settembre o del 2 ottobre. Fino ad allora, e verosimilmente anche oltre, l’Italia andrà avanti con un Governo legittimato solo per gli «affari correnti».