Tamponi: Nas chiudono 21 punti prelievo, 18 addetti senza Green Pass

Controlli dei Nas in quasi 1400 farmacie, con irregolarità nel 12%

Tamponi e irregolarità dell’erogazione dei Green Pass. Sono i due aspetti per i quali sono scattati, nelle ultime settimane, i controlli dei Nas e sono state segnalate diverse situazioni in cui le regole sono state violate.

Tamponi rapidi, operazione capillare dei Nas

Il Comando Carabinieri per la Tutela Salute, in intesa con il Ministero della Salute, ha effettuato diverse ispezioni. Si è trattato di un’attività capillare sul territorio italiano, se si considera che sono state controllate quasi 1500 farmacie (1360 per l’esattezza). Nel 12,5% dei casi, ossia in 170 di esse, sono state riscontrate situazioni di irregolarità e si è arrivati a constatare quasi 300 (282) violazioni.

Tamponi farmacie, i controlli dei Nas: sospesa attività in 21 punti

I controlli hanno portato alla chiusura di 21 esercizi commerciali in cui venivano eseguiti i tamponi rapidi. Si è disposta, in particolare, la sospensione dell’attività in ragione di quelle che sono state ritenute le condizioni igienico strutturali.

Da segnalare, inoltre, che 18 persone operavano senza essere in possesso della certificazione verde che, in base alle norme, è un requisito fondamentale per lavorare (per gli over 50, tra l’altro, c’è obbligo di vaccinazione).

Tamponi non conformi agli standard e rischio inattendibilità

Le situazioni finite sotto la lente d’ingrandimento delle autorità hanno riguardato anche i kit utilizzati per l’effettuazione dei test antigenici. 677 unità, in particolare, avrebbero avuto caratteristiche non compatibili con le idoneità richiesti. Il rischio era che ovviamente potessero fornire un risultato non attendibile rispetto all’eventuale positività o negatività della persona su cui veniva utilizzato.

Tamponi in farmacia e Green Pass: rilevate 282 violazioni delle regole

Le 282 violazioni rilevate fanno proprio riferimento all’utilizzo di una strumentazione, quindi kit e reagenti, non conformi, ma anche ad altre irregolarità. In alcuni casi chi venivano impiegate nei test figure professionali inadeguate a svolgere la mansione. In quattro casi l’ausilio di operatori non adeguatamente qualificate veniva utilizzato senza che questi fossero in possesso della certificazione verde. Le contestazioni determinate attraverso le immagini hanno messo nel mirino anche la mancata identificazione di coloro i quali venivano sottoposti a test.

L’operazione è stata eseguita anche per contrastare il fenomeno dei così detti «falsi positivi». Si tratta del sistema potenzialmente utilizzabile per ottenere il Green Pass. In caso di mancato confronto tra tessera sanitaria e documento di identità, un positivo accertato può presentare la tessera di un altro, avere riscontro positivo e dunque far sì che il reale proprietario potesse ottenere un Green Pass da guarito senza aver mai in realtà contratto il Covid.

Green Pass resta in vigore e ad alcuni serve il tampone

Un’operazione importante a tutela dei cittadini quella svolta dai Nas. Anche perché con la pandemia Covid che, almeno in Italia, sembra volgere verso una situazione di netto miglioramento, il discorso tamponi continuerà a restare attuale. Sia per fini diagnostici di eventuali infezioni , sia perché rappresenta per il momento un requisito per ottenere il Green Pass per le persone che hanno scelto di non ricevere il vaccino.