Riapertura scuole, Ricciardi: «Chiuderanno de facto, con i contagi scatterà Dad»

La riapertura delle scuole è stato un tema trattato in un’intervista rilasciata dal professor Walter Ricciardi al Messaggero del 10 gennaio

I contagi da Covid che salgono, anche per effetto della variante Omicron, e la scuola che riprende in presenza. È lo scenario delle vacanze post-natalizie su cui ha espresso il suo punto di vista il professor Walter Ricciardi, intervistato da Il Messaggero del 10 gennaio.

Il consulente del ministro della Salute, nonché docente di Igiene della Cattolica di Roma, ha spiegato quelle che a suo avviso sarebbero dovute essere le misure da prendere e quanto alto sia il rischio di tornare in Dad.

Ricciardi: «Non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche»

Sin dall’insediamento di Mario Draghi è emerso come tra le priorità dell’esecutivo ci sia stata proprio la scuola. La situazione dei contagi aveva indotto alcune voci (anche istituzionali) a chiedere che la ripresa delle lezioni in presenza potesse essere rinviata, con un riavvio delle attività scolastiche dopo Natale da mettere in atto con la didattica a distanza.

«Non si stanno - ha dichiarato Ricciardi - prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza»

In relazione alla scuola, come è noto, sono state istituite delle regole che in base al livello (asili, primaria, medie superiori) prevedono regole sulle quarantene. Il rischio è che la sola applicazione delle disposizioni possa, in poco tempo, portare a tantissime classi a dover ricorrere alla didattica a distanza.

Lentezza nei vaccini tra i 5 e gli 11 anni e aerazione, le parole di Ricciardi

«Non c’è dubbio» ha sottolineato Ricciardi rispetto all’eventualità. «Questo avviene - ha dichiarato - perché non sono state prese le misure che sarebbero servite». Il professore ha fatto riferimento in particolare, ad esempio, alla mancanza di una campagna vaccinale «di massa», sottolineando come nella fascia «5-11 anni» sia stia procedendo con lentezza.

«Dovremmo - ha aggiunto - mandare squadre di vaccinatori nelle scuole, proteggere i bambini rapidamente. E poi c’è il problema dell’aerazione delle classi, per la quale non è stato fatto nulla». Ma nelle parole di Ricciardi c’è anche spazio a soluzioni concrete rispetto al fatto che il virus si diffonde per aerosol.

Secondo il docente di Igiene della Cattolica ci sarebbero da installare all’interno delle classi impianti “molto semplici” in grado di rilevare la presenza di anidride carbonica. Si acquisirebbe così, secondo Ricciardi, la possibilità di individuare il momento in cui si è arrivati alla saturazione dell’aria e dunque in cui vi è necessità di ricambio d’aria con l’apertura delle finestre. «Ma - ha chiosato - sull’aerazione a scuola non è stato fatto nulla».

Ritorno a scuola, Ricciardi e il rischio di ulteriore incremento casi con la riapertura della scuola

«Ormai - ha chiosato - è chiaro che c’è una forte volontà politica del governo per riprendere le lezioni in presenza, ma temo che in assenza di quegli interventi la chiusura verrà da sé con i contagi in classe».

E rispetto a chi sottolinea che il forte incremento dei casi sia avvenuto quando le scuole erano chiuse ha dichiarato: «Ma ciò che non si capisce che proprio con un numero di positivi così alto la riapertura delle scuole farà incrementare ulteriormente i casi».