Potremo andare in spiaggia durante quest’estate?

Con la stagione estiva alle porte chi gestisce e lavora negli stabilimenti turistici e balneari ha bisogno di indicazioni. I sindacati si dicono ottimisti, gli esperti meno.

Con la Pasqua alle spalle, l’Italia e l’intera Europa sono ora focalizzate sulla tanto discussa fase 2, ossia la fase in cui si proverà a tornare ad una situazione quanto più normale possibile cercando di evitare nuove ondate di contagi. Questa fase sarà molto delicata in quanto commettere un piccolo errore potrebbe significare un veloce peggioramento della situazione e l’annullamento di quanto di positivo siamo riusciti a fare fino ad ora.

L’Italia è un paese che fa del turismo il suo marchio di fabbrica. Milioni e milioni di italiani e stranieri affollano le nostre spiagge, i nostri centri storici e le nostre tenute durante ogni estate. E’ giunto il momento, per chi lavora in questo settore, di vederci più chiaro e di iniziare, eventualmente, a programmare i prossimi mesi.

Potremo andare in spiaggia durante quest’estate?

Il settore turistico è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus e, in un paese come il nostro, chi lavora nel campo aspetta altro che un ritorno ad una parziale normalità per tornare a far crescere le entrate. Nessuno è in grado di dire con certezza quando potremo tornare a muoverci, se quest’estate potremo concederci delle gite fuori porta o se potremo semplicemente recarci in una delle centinaia di spiagge fantastiche che può vantare il nostro paese. Molto delle risposte a queste domande dipenderanno da come gestiremo l’inizio della fase 2.

In queste ore è iniziato il dibattito a riguardo che, con ogni probabilità, durerà diverse settimane se non mesi. Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria alla Cultura, si dice ottimista: “Riusciremo ad andare al mare nel corso di quest’estate, stiamo già lavorando affinchè possa esser così”. Noi ce lo auguriamo ma, al momento, è tutt’altro che certo.

Il sindacato balneari di Confcommercio condivide sicuramente l’obiettivo della Bonaccorsi. Rinunciare per una stagione intera alle spiagge e alle attività balneari potrebbe significare per centinaia e centinaia di famiglie non avere nessun entrate per un periodo superiore ai 12 mesi, il che avrebbe delle conseguenze catastrofiche. D’altro canto il sindacato avverte: «Serve un’ordinanza nazionale del ministero della Salute che stabilisca modalità uniche per gli stabilimenti di tutto il territorio, concordate con le organizzazioni di categoria».

Antonio Capacchione, presidente del sindacato, ha aggiunto che è possibile trovare delle soluzioni per rendere agibili le nostre spiagge nel rispetto della salute di lavoratori e turisti ed ha fatto alcuni esempi che includono: il distanziamento degli ombrelloni, la sanificazione delle attrezzature, test e certificazioni mediche per chi lavori negli stabilimenti.

Gli esperti sono meno ottimisti

Scienziati ed esperti non si dicono altrettanto ottimisti e, ancora una volta, invitano alla pazienza e alla prudenza. Mario Schiavina, già direttore dell’Unità operative di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Policlino Sant’Orsola di Bologna ha detto "Pensare di programmare vacanze al mare quest’estate al momento è una possibilità da dimenticare. Anche quando ci saranno zero positivi e zero morti occorrerà sempre un grandissimo controllo e bisognerà evitare qualsiasi tipo di assembramento.”