Pensioni anticipate, Landini (Cgil) sulla quota 41: chiesta a Salvini ‘ma lui non ci ha mai risposto’

Il Segretario generale della Cgil torna a parlare delle pensioni flessibili per i lavoratori precoci e ribadisce la richiesta di consentire l’uscita dal lavoro a partire dai 41 anni di versamenti senza ulteriori vincoli o penalizzazioni.

Dalla Cgil si torna a rimarcare l’importanza della quota 41 all’interno delle regole di funzionamento del sistema pensionistico pubblico. I lavoratori precoci sono infatti coloro che risultano maggiormente penalizzati dalle ultime riforme del sistema previdenziale, mentre attualmente meccanismi di prepensionamento sono disponibili solo in alcuni specifici casi di disagio.

Maurizio Landini è quindi tornato sulla questione all’interno della trasmissione Agorà del canale televisivo Rai 3, spiegando qual è la propria posizione al riguardo. Secondo quanto riferito dal sindacalista, la quota 41 per tutti i lavoratori “è una cosa presente dentro la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil da tre anni”. L’esponente della Cgil ribadisce quindi che una richiesta in tal senso è stata avanzata anche al leader della Lega Matteo Salvini, “ma lui non ci ha mai risposto”.

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Riforma pensioni, per Landini è necessario smettere di fare propaganda

In merito alla vicenda, dal sindacalista arriva quindi un invito alla concretezza. “È bene che smetta di fare propaganda, se poi le cose non vuole farle” ha proseguito Landini parlando con la conduttrice Serena Bortone.

“Quando lui era al governo questa discussione non l’ha fatta. Si è inventato quota 100 che dura 3 anni e poi sparisce” ha quindi concluso il sindacalista, evidenziando così la necessità di arrivare ad un superamento definitivo della Legge Fornero.

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