Pensioni, Salvini: «Se in manovra non si fa nulla, torna la legge Fornero. Impensabile»
Andare in pensione nel 2022 è un obbiettivo che la normativa vigente permette di centrare con diverse misure strutturali, ovvero con misure che non hanno scadenza ma che fanno parte del pacchetto definitivo della nostra previdenza sociale.
Una di queste è la quota 41, misura che senza limiti di età permette ad un lavoratore di anticipare la quiescenza una volta raggiunta una determinata soglia di versamenti contributivi, ma anche rispettando determinate condizioni di accesso.
In attesa che governo e sindacati riescano, prima di tutto ad incontrarsi, e poi a varare una vera riforma delle pensioni (che tra l’altro ha tra le proposte anche la quota 41 per tutti), vediamo in questo articolo di approfondire il campo della quota 41 oggi vigente che potrà essere sfruttata anche per tutto il 2022.
Pensioni con quota 41, il funzionamento
Quota 41 è una misura ormai strutturale per il sistema pensionistico e pertanto, si tratta di una alternativa, anche se complicata da centrare, alla pensione anticipata ordinaria. Infatti entrambe le misure non prevedono limiti di età, nel senso che basta completare il periodo di contribuzione minimo necessario per entrare nel perimetro di applicazione della misura.
Ma non basta una determinata carriera contributiva per poter avere accesso alla pensione con la quota 41, come invece accade con la pensione anticipata ordinaria. Quest’ultima misura si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La quota 41, come lo stesso nome dice, prevede una carriera di 41 anni di versamenti.
Come per le anticipate ordinarie, anche per la quota 41 servono non meno di 35 anni di contributi effettivi, cioè senza considerare i figurativi da malattia o disoccupazione. Alla stregua delle pensioni anticipate ordinarie, la quota 41 prevede una finestra di decorrenza di 3 mesi, cioè si incassa il primo rateo di pensione decorsi 3 mesi dalla data di maturazione del diritto.
I requisiti 2022 per la pensione con quota 41
Quota 41 non è una misura aperta a tutti. Per questa occorrerà aspettare l’eventuale riforma, sempre che la proposta dei sindacati (sono loro maggiormente a spingere per questa misura).
Nel 2022 oltre naturalmente ai 41 anni di versamenti, con 35 di questi anni che devono essere privi di figurativi da disoccupazione e malattia, serve che un anno di versamenti sia antecedente il 19imo anno di età.
Questo perché occorre essere considerati precoci, che per la quota 41 significa appunto, avere un anno di contribuzione antecedenti il compimento dei 19 anni di età anche se versato in maniera discontinua.
Inoltre occorre rientrare in particolari categorie, evidentemente, per il legislatore, degne di tutela. In primo luogo infatti la quota 41 riguarda i lavori gravosi, cioè soggetti alle prese con attività lavorative piuttosto logoranti. Il sistema ne considera così 15. Esse sono:
- Facchini;
- Edili;
- Gruisti;
- Infermieri delle sale operatorie e ostetriche delle sale parto;
- Maestre di asilo ed in genere educatori delle scuole dell’infanzia;
- Camionisti;
- Addetti assistenza persone non autosufficienti;
- Addetti alla raccolta o allo smaltimento dei rifiuti;
- Siderurgici;
- Agricoli;
- Marittimi;
- Pescatori;
- Conciatori di pelli;
- Macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante;
- Addetti ai servizi di pulizia.
Chiunque presta servizio in una di queste 15 attività, se le ha svolte in 7 degli ultimi 10 anni di carriera, o in alternativa, in 6 degli ultimi 7, può rientrare nella misura.
Stessa possibilità per i disabili o meglio, per chi è affetto da invalidità certificata dalle competenti commissioni mediche per gli invalidi civili, pari ad almeno il 74%. Quota 41 riguarda anche soggetti che hanno un parente stretto disabile almeno al 74%, a carico.
Tale condizione deve essere in atto almeno 6 mesi prima della presentazione della domanda. Infine, la quota 41 è misura appannaggio di chi ha terminato da 3 mesi (il riferimento è sempre la data di presentazione della domanda), la fruizione di tutta la Naspi spettante a seguito di perdita involontaria del lavoro.