Pensioni, Salvini: «Se in manovra non si fa nulla, torna la legge Fornero. Impensabile»
Anno nuovo pensioni vecchie, perché senza interventi significativi sul sistema pensionistico italiano si potrà uscire dal 2022 con le stesse regole di oggi e con qualche possibilità in meno. Quando si parla di pensioni, soprattutto se si fa riferimento ad un anno successivo a quello in corso, usare il condizionale è pressoché obbligatorio.
Infatti ogni anno con la legge di bilancio un posto per la previdenza viene sempre trovato, con un pacchetto pensioni ogni anno molto atteso. Attesa che sarà ancora maggiore quest’anno, perché la fine della sperimentazione di quota 100 lascia un buco enorme e mai come nel 2022, ci sarebbe bisogno di una profonda revisione.
Ad oggi però non si è mosso ancora niente e in base alle misure vigenti, si può mettere in evidenza un quadro dettagliato di cosa i lavoratori potranno fare l’anno venturo per poter andare in pensione.
La pensione di vecchiaia per i nati nel 1955
Senza finestre, con decorrenza immediata il primo giorno del mese successivo al compleanno, possono andare in pensione nel 2022 i nati nel 1955. La pensione di vecchiaia ordinaria infatti permette l’uscita una volta completati il 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi a qualsiasi titolo versati.
Nessuna distinzione tra maschi e femmine come invece accade per la pensione anticipata ordinaria. Chiunque nel 2022 potrà uscire a prescindere dalla sua età con la pensione anticipata.
Occorrono per gli uomini 42,10 anni di contributi versati, mentre per le donne 41,10. Per tutti, almeno 35 anni di contributi versati devono essere effettivi, cioè senza conteggiare i figurativi da disoccupazione e malattia. La decorrenza della pensione però è posticipata di 3 mesi per via della finestra mobile.
Pensione 2022 per i nati dal 1956 in poi
Solo per chi è nato ad inizio 1956, cioè per chi compie 66,7 mesi di età nel corso del 2022, sarebbe sfruttabile la pensione di vecchiaia 5 mesi prima del previsto. Occorre però svolgere attività lavorative gravose e aver accumulato non meno di 30 anni di contributi.
Per i nati nel 1955, al compimento dei 67 anni di età, ci sono pure misure che precedono solo 15 anni di contributi. Occorre rientrare in una delle tre deroghe Amato, con 15 anni versati già prima della fine del 1992, con autorizzazione alla prosecuzione volontaria antecedente il 1993 o con carriere discontinue e fatte di periodi di lavoro inferiori all’anno.
Per i nati a partire dal 1958 invece, la via di uscita potrebbe rivelarsi quella della pensione anticipata contributiva, che si centra al compimento dei 64 anni di età con 20 di contributi. Ciò che serve però è che il primo versamento contributivo sia successivo al 31 dicembre 1995 e che la pensione sia pari a circa 1.288 euro al mese (2,8 volte il trattamento minimo Inps).
Anticipo netto con l’invalidità pensionabile
Quando parliamo di pensioni anticipate non c’è niente di più favorevole rispetto alla pensione anticipata per invalidità pensionabile. Lo si capisce bene dalla classe che può sfruttare la misura nel 2022. Infatti bastano 20 anni di contributi agli uomini nati a partire dal 1961 ed alle donne nate a partire dal 1966.
Occorre però avere una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80% che deve essere certificata da commissioni mediche interne all’Inps e non dalla classica Commissione medica per le invalidità civili delle Asl.