Pensione in anticipo per i nati fino al 1959, ok dall’Inps

Per Tridico nessun problema a prevedere misure di pensionamento anticipato, ma senza incidere sui conti pubblici.

Se pensioni anticipate ci devono essere, pensioni anticipate saranno. Anche l’Inps non chiude a misure di pensionamento anticipato, e lo fa come al solito, con le parole di Pasquale Tridico, Presidente dell’Istituto previdenziale.

Stavolta l’idea è la pensione a 63 anni. Una misura che sempre per Tridico, deve nascere senza costare troppo per le già pericolanti casse dell’Inps. E la strada tracciata deve essere quella dell’Ape sociale, ma più estesa dell’attuale.

La pensione a 63 anni secondo l’Inps

E dai 62 anni di quota 100 ai 63 anni dell’ipotesi di cui tratta Pasquale Tridico. Un anno di attesa in più certo, ma sempre meno dei 5 anni si scalone di cui si parla da mesi per il post quota 100. Ciò che va spiegato bene è il motivo per cui quota 100 è bocciata del tutto da Tridico, mentre l’ipotetica pensione a 63 anni no.

Può un solo anno di differenza in termini di età pensionabile determinare una così marcata differenza di giudizio? Il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervistato dal Messaggero, ha confermato che la flessibilità in uscita andrebge bene ad una sola condizione, quella di non gravare sui conti pubblici dello Stato e quindi dell’Inps.

In pratica, una ipotetica riforma delle pensioni come prima virtù deve avere quella di non gravare sui conti pubblici. Una condizione netta quella che ha fissato Pasquale Tridico. Uno dei motivi della signora bocciatura inflitta a quota 100 da Tridico è proprio l’elevato costo.

Perché quota 100 non ha funzionato

Parliamoci chiaro, la quota 100 ha rappresentato un unicum a livello previdenziale. Mai una misura di pensionamento anticipato era stata così priva di condizionalità. Le particolarità di quota 100 erano e sono:

Nessuna penalizzazione di assegno, se si escludono i minori anni di contributi versati ed i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione meno favorevoli per uscite in più giovane età;
Nessun vincolo di platea dei beneficiari, con quota 100 aperta a lavoratori dipendenti del settore privato, dipendenti pubblici e autonomi. Misura che essendo priva di condizionalità, ed essendo aperta a tutti, era troppo costosa fin dall’origine.

Perché l’Ape Sociale potenziata sarebbe meglio della quota 100

Per Tridico però, la quota 100 era anche troppo rigida. Il Presidente dell’Inps parla del limite dei 38 anni di contribuzione minima da detenere. Un limite considerato troppo elevato, a tal punto da aver prodotto una selezione naturale dei beneficiari.

L’anticipo con la quota 100 è stato utilizzato per lo più da lavoratori maschi, da dipendenti statali e da soggetti con redditi elevati. Trascurati i precari, gli intermittenti, o disoccupati, le donne e i fragili in genere.

Per questo non si deve partire da quota 100 per riformare il sistema. Anzi, si deve partire dai problemi di quota 100 per coniare una riforma che li corregga. E la base da cui partire per Tridico sarebbe una misura già esistente, ovvero l’Ape Sociale. Tridico quindi ha proposto una sorta di pensione flessibile dai 63 anni, questo ciò che si evince dalla sua intervista.

Una importante apertura quella del presidente dell’Inps a una forma di pensione anticipata. Ma Tridico è pure fermo nel considerare le proposte die sindacati, con la loro pensione, si flessibile, ma dai 62 anni senza penalità e con solo 20 anni di contributi, non fattibili. Anche quota 41 per tutti è drasticamente bocciata dal Presidente dell’Inps.

Come dicevamo, condizione principale nelle idee di Tridico, il non aumentare ancora la spesa per le pensioni. E servirebbero misure non rigide, perché se i 38 anni di contributi di quota 100 sono un elemento di rigidità evidente, lo sarebbero pure i 41 anni della relativa quota proposta dai sindacati.

Per dotare il sistema di flessibilità allora, meglio partire dalle categorie di lavoratori che meritano di andare in pensione in anticipo. In sostanza, migliorare l’Ape Sociale, magari estendendo la platea ad altri lavoratori alle prese con mansioni gravose, e in primo luogo prorogarla anche nel 2022.

E di fianco all’Ape sociale, Tridico ritorna sulla pensione anticipata a 63 anni per tutti, ma accettando di percepire fino ai 67 anni solo la quota contributiva. Leggi anche: Pensioni a 64 anni dal 2022? Ecco il punto per i nati dal 1958