Pensione: come la cassa integrazione incide sul calcolo delle pensioni future per i lavoratori

La cassa integrazione e i suoi effetti sul diritto e sull’importo delle pensioni.

Mai come in questo periodo di emergenza epidemiologica la cassa integrazione è diventato il principale ammortizzatore sociale oggi erogato. A causa del coronavirus, moltissime aziende e imprese hanno messo in cassa integrazione i lavoratori, e la facoltà proprio per via dell’emergenza, è stata allargata anche a piccoli datori di lavoro cui normalmente è precluso richiedere una integrazione salariale nei periodi di crisi.

Ed è così che per via del Covid-19, molte aziende hanno chiesto l’aiuto a carico dell’Inps, delle Regioni, delle Province autonome o di un fondo, a seconda del meccanismo utilizzati nel territorio sede dell’attività lavorativa. Il dubbio di molti lavoratori è relativo all’effetto che questi periodi di non lavoro, ma coperti da cassa integrazione, avranno sulla loro pensione futura. Vediamo quindi di approfondire l’argomento per capire come la cassa integrazione incide sul diritto alla pensione e sul calcolo della stessa.

Cassa integrazione, cos’è?

L’integrazione del salario, altrimenti detta, cassa integrazione, è un’indennità riconosciuta ai dipendenti in caso di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa. In linea generale, la cassa integrazione permette ai lavoratori beneficiari, di percepire l’80% della retribuzione spettante per le ore non lavorate. Il meccanismo è visibile per le varie tipologie di cassa integrazione esistenti, cioè per la cassa integrazione ordinaria, per la cassa integrazione in deroga e per l’assegno ordinario erogato tanto dai fondi bilaterali che dal Fis. Evidente che la cassa integrazione diminuisce la retribuzione del lavoratore.

Cassa integrazione e pensione

I lavoratori in cassa integrazione hanno sempre diritto all’accredito dei contributi figurativi per i periodi non lavorati e coperti dall’ammortizzatore sociale. I contributi figurativi sono dei contributi non versati, ma accreditati comunque nella posizione assicurativa del lavoratore. In altri termini, la contribuzione figurativa finisce lo stesso nell’estratto conto del lavoratore.

I contributi figurativi derivanti da cassa integrazione non sono diversi da quelli versati in costanza di attività lavorativa e sono sia ai fini del diritto al trattamento che della misura della pensione. In altri termini, sono equiparati ai contributi versati mentre si lavora e come tali, valgono sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata ed anche per il perfezionamento della contribuzione utile ad ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari.

La guida al calcolo della pensione con contributi figurativi Cig

Se il lavoratore è in integrazione salariale a zero ore, l’importo figurativo da riconoscere è pari alla retribuzione lorda che viene utilizzata per calcolare la cassa integrazione. Se invece la cassa integrazione non è a zero ore, ma è derivante da orario ridotto, va prodotto un calcolo. Occorre sottrarre allo stipendio classico erogato in costanza di rapporto di lavoro, quello erogato in parte vista la riduzione di orario di lavoro da cui scaturisce la richiesta di cassa integrazione da parte del datore di lavoro.