Nuove pensioni di vecchiaia e nuove anticipate dal 2022: le ultime novità

A margine del summit convocato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando, emerge chiara la volontà dei sindacati di proseguire sulla loro piattaforma

Pensioni si cambia, questo ciò che governo e sindacati intendono fare dal momento che il periodo è di quelli il cui cambiamento appare necessario. Basterebbe solo la fine di quota 100 per costringere ad intervenire in materia previdenziale, perché ci sono evidenti problematiche che scaturiranno dal prossimo primo gennaio, quando la misura cesserà di esistere.

Ma il sistema previdenziale italiano necessita di un restyling anche dal punto di vista della normativa in vigore, piuttosto radicale e rigida, con molteplici misure che servono relativamente a poco e consentono uscite anticipate solo con requisiti difficili da centrare.

Il sistema ha bisogno di flessibilità, questo lo sostengono in molti e questo è una necessità per qualsiasi sistema contributivo come ormai è quello nostrano.

Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha convocato un summit coi sindacati per far ripartire le trattative. E a margine dell’incontro, in base alle dichiarazioni dei partecipanti, le distanze tra governo e rappresentanti sindacali è ancora elevata.

Riforma delle pensioni: cosa intende fare il governo

I punti di incontro tra le parti in causa, cioè tra governo e sindacati ci sono. Infatti tutti pensano a misure flessibili, tutti pensano a sostenere le donne e chi svolge attività troppo pesanti, tutti pensano a misure che consentano di anticipare la quiescenza.

Il problema è che gli obbiettivi verrebbero centrati con piani diversi. Il governo pensa per esempio che a 64 anni sia l’età giusta per una misura di pensionamento di vecchiaia flessibile. Anche perché la Corte dei Conti tempo fa ha dato il suo benestare a portare a 64 anni l’età pensionabile.

Ed anche perché nonostante con la quota 100 si poteva uscire a 62 anni, la stragrande maggioranza dei neo pensionati con questa misura, lo ha fatto a 64 anni o oltre. E poi il governo vedrebbe bene un sistema di calcolo solo contributivo per le pensioni, qualunque nuova misura venga introdotta.

Il calcolo contributivo usato come elemento di risparmio in termini di spesa pubblica e come elemento di disincentivo ad uscire prima dal lavoro. Ai lavoratori verrebbe data l’opzione di lasciare il lavoro prima, ma accettando di perdere parte della pensione.

La piattaforma dei sindacati per la riforma delle pensioni, ecco cosa prevede

Ai sindacati non va già di spostare in avanti l’asticella dell’età pensionabile che quota 100 abbassò a 62 anni. Ed inoltre non va giù prevedere penalizzazioni per i pensionati futuri, che dovrebbero accettare tagli di assegno per poter uscire prima.

«Abbiamo illustrato al Ministro la piattaforma che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato parecchio tempo fa. Flessibilità in uscita a partire da 62 anni, riconoscimento di 41 anni di contributi come elemento valido per andare in pensione, attenzione particolare nella costruzione del sistema previdenziale del futuro per i giovani e le donne. Ci aspettiamo una discussione collegiale all’interno del Governo, sappiamo bene che non è il Ministro Orlando a decidere, ci aspettiamo che Governo e partiti di coalizione diano risposte chiare», questo ciò che ha detto per esempio, Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale Uil a margine del summit con il Ministro Orlando sulla previdenza. Leggi anche: Pensioni 5 anni prima: Recupero anni mancanti vantaggioso