Guerra in Ucraina: telefonata Draghi-Zalenski arrivata, cosa si sono detti

È arrivata nella mattinata del 26 febbraio la telefonata che era saltata il 25 con tanto di incomprensioni, il premier ucraino con un tweet ha rivelato parte del contenuto

La telefonata tra Draghi e Zalenski alla fine c’è stata. È quanto si evince da un tweet, arrivato nella mattinata del 26 febbraio, in cui il premier ucraino ha svelato alcuni dei contenuti della conversazione telefonica intercorsa con il presidente del Consiglio italiano. Una notizia rilevante anche per quelle che erano sembrate le ruggini emerse, ma frutto verosimilmente di un’errata interpretazione nella trasmissione e nell’interpretazione delle notizie. Rischio esistente in momenti di altissima tensione come quelli che, in questa fase, l’Ucraina sta vivendo.

Telefonata Draghi-Zelenski, il tweet del premier ucraino

Con un tweet arrivato alle 10.25 del 26 febbraio è stato lo stesso Volodymyr Zelensky a rivelare l’avenuta comunicazione con il presidente del Consiglio italiano. «Questo - ha scritto il premier ucraino - è l’inizio di una nuova pagina per la storia dei nostri stati».

Frase d’esordio accompagnate dalla bandiera del suo paese e del tricolore. «Mario Draghi - ha aggiunto - in una telefonata ha sostenuto la disconnessione della Russia dallo Swift e la fornitura di assistenza alla difesa». «L’Ucraina - ha chiosato Zelenski - deve essere parte dell’Unione Europea».

Draghi contro Zelenski, cosa era successo

Nella mattinata del 25 febbraio Mario Draghi aveva parlato alla Camera dei Deputati, relazioando sulla situazione della guerra in Ucraina. Nel suo discorso aveva, in particolare, rivelato di aver fissato un appuntamento telefonico con Zelenski, poi non mantenuto. Una descrizione dei fatti in cui, dal video, è apparsa visibile la comprensione e il coinvolgimento emotivo del premier rispetto al fatto che l’evoluzione delle cose in territorio ucraino potesse avere reso impossibile il rispetto dell’impegno da parte del presidente ucraino.

«Oggi alle 10:30 - aveva twittato qualche ora dopo Zelenski - agli ingressi di Chernihiv, Hostomel e Melitopol ci sono stati pesanti combattimenti. Le persone sono morte. La prossima volta cercherò di spostare il programma di guerra per parlare con Mario Draghi in un momento specifico. Nel frattempo, l’Ucraina continua a lottare per il suo popolo». L’ironia amara è stata probabilmente frutto di un’incomprensione, poi superata come l’ultima conversazione tra i due ha testimoniato.

L’Italia parteciperà al piano di difesa Nato, che non interverrà in Ucraina

Si è parlato dunque della possibilità che la Russia possa essere estromessa dal circuito Swift, come una delle sanzioni economiche che l’Occidente sceglierà di adottare.

Dal punto di vista militare l’Italia si atterrà alle strategie Nato, che saranno di ordine difensivo. L’Ucraina non è un paese dell’alleanza atlantica e dunque le forze atlantiste saranno impiegate solo per un piano di difesa dei confini sul fianco est.

«L’Italia - aveva dichiarato il giorno prima Mario Draghi - è uno dei più importanti contributori di truppe alle operazioni Nato. Siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, per mettere a disposizione le forze necessarie. La reazione deve essere determinata per evitare qualsiasi ambiguità».