Guerra in Ucraina e piano di difesa Nato: l’impegno militare dell’Italia

Il presidente del Consiglio Draghi ha spiegato come l’Italia farà parte della missione di difesa

Militari italiani pronti a fare parte del piano di difesa Nato, attivato dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ad anticipare lo scenario è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi, il cui discorso alla Camera dei Deputati è stato interrotto da un lungo applauso nel momento in cui ha ringraziato il ministro della Difesa Guerini e le forze armate per la loro «prontezza e preparazione».

Piano di difesa, Draghi: «Nato si è già attivata»

La Nato non interverrà direttamente in Ucraina, ma si porrà a difesa dei confini dell’Unione Europea e dei paesi limitrofi a quelle che sono le zone di guerra. «Dal punto di vista militare - ha detto Mario Draghi - la Nato si è già attivata»

«Ieri - ha dichiarato il premier - si è riunito il consiglio nord-atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del Trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale che in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza ad Est».

«Le fasi successive - ha detto Draghi - vincolate ad un’evoluzione dello senario prevedono l’assunzione di una postura di difesa e in seguito di ristabilimento della Sicurezza».

Articolo 4 Nato, cosa è e cosa comporterà

L’articolo 4 è ciò a cui i paesi si possono appellare nel momento in cui sentano minacciata la loro integrità territoriale, indipendenza politica o la sicurezza nazionale. Lo hanno fatto quattro territori (Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia) che sono molte vicine a dove si sta svolgendo il conflitto.

La reazione si è tradotta, come spiegato da Draghi, in un «incremento delle forze dispiegate in territorio alleato con il transito delle catene militari sotto la catena di comando e controllo del comando supremo alleato in Europa e l’utilizzo dele regole di ingaggio predisposte per un impegno immediato».

Guerra in Ucraina, quanti militari italiani saranno impiegati?

Si innalza, dunque, la guardia con un sostanziale aumento di uomini a protezione del fianco est. Un impegno militare che riguarderà anche l’Italia. Il premier ha parlato di «unità già schierate in zona di operazioni».

Poi riferimenti precisi: «Circa 240 uomini - ha specificato - attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e velivoli in Romania. Altre saranno attivate su richiesta del comando alleato, per queste siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e con ulteriori 2000 militari disponibili».

Rispetto a quella che sarà la missione degli uomini italiani c’è un passaggio significativo nelle parole del presidente del Consiglio. «Le forze - ha precisato il premier - saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini».

«L’Italia e la Nato - ha concluso Draghi - vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza euroepa».