Guerra in Ucraina, nucleare, Nato e Russia: il filo conduttore tracciato da Kuleba

Il tweet del Ministro degli Esteri Ucraino ha espresso concetti che hanno radice storica negli ultimi trent’anni

L’Ucraina si aspettava più aiuto nell’ambito di questa guerra? Il tweet apparso sul profilo del Ministro degli Esteri Dmitro Kuleba si presta a diverse interpretazioni. Il post è stato un excursus sulla storia recente di Kiev e su come alcune scelte potrebbero aver addirittura creato un vuoto di sicurezza che oggi potrebbe essere diventato uno dei terreni su cui è cresciuta la convinzione russa di poter attaccare il paese.

Guerra in Ucraina e il ricordo della denuclearizzazione

«L’Ucraina - ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba - ha rinunciato alle armi nucleari per il bene della pace mondiale». Kiev è infatti l’unico paese che da terza potenza nucleare ha scelto il disarmo atomico. Era l’eredità dell’Unione Sovietica, ma che venne smantellata in cambio della tutela e del rispetto dell’integrità territoriale. Una garanzia che nel 1994 ottenne da parte di Russia, Stati Uniti e Regno Unito oltre a Cina e Francia. Il corso delle cose nelle ultime settimane è andato diversamente da come quel Memorandum di Budapest avrebbe dovuto garantire.

Nato e Ucraina, un matrimonio mai celebrato

Negli ultimi mesi si ipotizzava che l’Ucraina potesse aderire all’alleanza atlantica. Tant’è che la vicinanza tra Kiev e la Nato può essere considerata uno dei motivi che potrebbero aver mosso l’attacco russo, tenuto conto che Mosca non avrebbe gradito di trovarsi praticamente circondata dall’Occidente qualora si fosse arrivati a siglare l’accordo. Ma è andata diversamente.

«Abbiamo poi bussato - ricorda Kuleba in seguito alla denuclearizzazione - alla porta della Nato, ma non si è mai aperta». Un passaggio che potrebbe anche essere riconducibile a quello che è stato l’atteggiamento dei paesi dell’alleanza atlantica che si sono limitati a fornire armi, ma hanno scelto di restare fuori dal conflitto. Un esempio chiaro è stata la volontà di non istituire una No Fly Zone sui cieli dell’Ucraina che avrebbe, di fatto, corrisposto all’inizio della Terza Guerra Mondiale.

Ucraina, Kuleba parla di «vuoto di sicurezza»

La rinuncia al nucleare e la mancata aperture delle porte Nato sarebbero così diventati, secondo Kuleba, una sorta di viatico verso quello che è accaduto nelle ultime settimane. «Il vuoto di sicurezza - ha concluso - ha portato all’aggressione russa. Il mondo deve la sicurezza all’Ucraina e chiediamo agli Stati di decidere quali garanzie di sicurezza sono pronti a fornire».

Un po’ come a dire che da quando scelse la strada del disarmo atomico Kiev ha una sorta di credito, alla luce di quella che fu la sua scelta e di quanto sta accadendo a partire dal febbraio del 2022. Ad oggi, a livello internazionale, la risposta è stata prevalentemente con forniture di armi per favorire la resistenza e nelle porte aperte dall’Unione Europea per i prossimi anni.