Covid: quarta dose e mascherine al chiuso, il punto di Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio Uno facendo il punto sulla situazione Covid in una data che una data che ha una rilevanza significativa

Si dovrà fare una quarta dose del vaccino contro il Covid? Quando si potranno togliere le mascherine al chiuso? Domande attuali in un 1 aprile che, a suo modo, diventa una data storica. In Italia è infatti finito lo stato d’emergenza legato alla gestione della pandemia e da ora in avanti la gestione politica torna «ordinaria». Questo, però, non è sinonimo del fatto che il pericolo sia finito. Sui temi in questione si è espresso il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto nel corso della trasmissione Radio Anch’io su Rai Radio Uno.

Fine stato d’emergenza non equivale a fine pandemia o a possibilità di abbassare la guardia

L’arrivo di una fase diversa da quelle precedenti non deve far abbassare la guardia. «Cambia - ha spiegato l’esponente del governo Draghi - semplicemente che la gestione della pandemia non sarà più una gestione di natura straordinaria, ma proviamo a portarla su binari di ordinarietà. Questo possiamo permettercelo, perché abbiamo tassi di vaccinazione molti alti. Abbiamo finalmente farmaci antivirali che sono piuttosto efficaci».

Non si è, dunque, ancora usciti dalla pandemia, ma si è in un passaggio attraverso quegli obiettivi graduali che solo nel tempo potranno contribuire a immaginare un futuro in cui il problema sia definitivamente alle spalle. «Entriamo - ha proseguito Speranza - in una fase diversa. Dobbiamo farlo con i piedi per terra, perché la pandemia è ancora in corso. Non c’è un pulsante Off che viene premuto e spegne definitivamente la pandemia».

Mascherine al chiuso fino a quando? Gli scenari

Che la normalità non sia ancora arrivata lo si evince dal fatto che occorre indossare uno dei simboli dell’epoca del Covid, ma anche uno strumento che si è rivelato efficace nel contribuire al contenimento della diffusione del virus.

«Le mascherine al chiuso - ha spiegato Speranza - le riteniamo ancora molto importanti, preziose in una fase come questa di alta incidenza. La circolazione del virus è ancora molto significativa. Abbiamo avuto 70-80.000, qualche giorno fa quasi 100.000, casi in ventiquattro ore. La mascherina è uno schermo di protezione ancora decisivo».

Sapere, però, quando si potrà immaginare di poterne fare a meno è una di quelle cose che i cittadini aspettano con ansia e fiducia di conoscere. «Al chiuso - ha spiegato il ministro - è obbligatorio in questo momento fino al 30 aprile. Come abbiamo sempre fatto, valuteremo l’andamento epidemiologico e decideremo poi come comportarci».

Quarta dose vaccino Covid: le ultime dal ministro Speranza

L’altro strumento essenziale nei progressi fatti nell’arco della pandemia è stato il vaccino. La necessità del booster in seguito all’evidenza secondo cui, nel tempo, la protezione conferita delle due dosi si abbassava, ha aperto anche l’interrogativo rispetto alla necessità che possa servire un’altra inoculazione. Ma su questo punto Speranza ha chiarito lo status delle cose.

«La quarta dose in questo momento - ha spiegato - non è prevista per tutti. Non c’è nessun paese nel mondo che preveda la quarta dose per tutti. C’è una discussione in corso, ed io la sto favorendo soprattutto a livello europeo perché non ci siano decisione divergenti tra i diversi paesi, su una quarta dose per la popolazione più fragile».

«Stiamo parlando - ha precisato - non solo degli immunocompromessi per cui la quarta dose si può già fare, è già raccomanda e consigliata. Ma anche per le persone più anziane».

Quarta dose per i più fragili, si aspetta una decisione a livello europeo

Prendere una decisione condivisa a livello europeo è uno degli obiettivi. «Ci sono - ha dichiarato Speranza - ipotesi diverse a cui ragionano diversi paesi, io ho chiesto alla Commissione Europea di darci un’indicazione univoca. Non ha senso che a Berlino si dica 70 anni e a Parigi si dica 80 anni. Siamo una comunità di destino come comunità europea, abbiamo bisogno di fare una scelta condivisa».

E poi l’ulteriore sottolineatura del ministro: «Quando si parla di quarta dose non si parla di quarta dose per tutti, ma si parla di quarta dose solo per le fasce più fragili. Sono quelle che incontrano il virus rischiano di pagare un prezzo più alto».