Covid, Sileri: «Non dobbiamo preoccuparci di questa ondata»

Il sottosegretario ha chiarito perché la situazione è diversa rispetto al passato

«Non dobbiamo preoccuparci di questa ondata». La frase è di Pierpaolo Sileri, ospite della trasmissione Morning News sulle reti Mediaset. Il sottosegretario del Ministero della Salute è tornato a parlare di Covid e lo ha fatto in un momento in cui la crescita dei casi suscita qualche principio di allarme. Da parte dell’esponente del governo è arrivato un punto della situazione in cui emerge il motivo per il quale la situazione va interpretata in modo diversa rispetto al passato.

Situazione Covid in Italia nel confronto con il 2021

L’analisi di Pierpaolo Sileri parte da quello che accadeva l’anno scorso, più o meno nello stesso periodo o giusto qualche giorno più avanti. Il sottosegretario ricorda come fosse emersa una nuova variante che, soprattutto in altri paesi, aveva generato una crescita significativa dei contagi. «Da noi - ha ricordato - fu contenuta molto bene prevalentemente grazie all’introduzione del green pass, cioè alla diagnostica presente per l’ottenimento che consentiva tamponi e isolamento di coloro che erano positivi».

Covid, la differenza con l’anno passato

Oggi la situazione, anche senza green pass, può essere ben affrontata grazie a presupposti diversi: la diffusione della vaccinazione e della protezione naturale dalle avvenute infezioni. «Lo scorso anno - ha evidenziato - il numero dei vaccinati in Italia o di coloro che erano stati infettati non era quello di oggi».

La protezione del virus sulla popolazione avviene su due binari che disegnano una quadro sostanzialmente diverso dal passato. «É un virus sicuramente - ha sottolineato - meno cattivo rispetto al virus dello scorso anno e probabilmente ancor meno cattivo rispetto a quello che arrivò da noi nel febbraio del 2020». Si aggiunge a questa constatazione, inoltre, anche il fatto che agisca su una popolazione largamente vaccinata.

La vaccinazione ogni anno come per l’influenza

E se si infettano pure i vaccinati non bisogna dimenticare la differenza tra l’essere infettati (positivi) e la malattia. Contro quest’ultima la protezione dura più a lungo, soprattutto per le forme gravi. «Rimane - ha spiegato Sileri - nel lungo termine, non si tratta di anni ma sicuramente di mesi».

Sembra ormai chiaro che quantomeno per alcune categorie potrebbe essere prevista una vaccinazione periodica e annuale: «Questo virus - ha spiegato Sileri - avrà bisogno di una protezione di comunità ogni anno, come accade per i virus influenzali».