Covid, Fauci: «Fine crisi globale sanitaria è ancora lontana»

Il noto immunologo e consigliere del presidente Usa Biden ha espresso una propria lettura del quadro della situazione

Quando finirà la pandemia? A quasi due anni dal momento in cui il mondo ha iniziato a convivere con il Covid la risposta non ha ancora tratti certi. Le diverse opinioni degli scienziati, al momento, segnalano come la parola «fine» a questo vero e proprio incubo che ha interessato il pianeta non arriverà nel brevissimo tempo.

Fine pandemia, le parole di Fauci

È innegabile che ci sia stata un tipo di pandemia prima dei vaccini e che ora se ne stia vivendo un’altra grazie ai preparati immunizzanti, ma prima che all’orizzonte spuntino squarci di sereno più ampi ci sarà ancora da attendere.

A fornire un quadro della situazione è stato un immunologo di livello mondiale, l’americano Anthony Fauci. L’Ansa ha riportato alcune sue dichiarazioni contenute all’interno di un videomessaggio fatto pervenire al meeting del Cuamm-Medici con l’Africa, in corso di svolgimento a Padova.

Il consigliere del presidente Biden ha chiarito come nonostante si stia affrontando una pandemia da quasi due anni, la prospettiva è che la «fine di questa crisi globale sanitaria è ancora lontana, e rimangono sfide importanti».

Necessità di distribuzione diffusa dei vaccini nel mondo

I casi in Europa stanno salendo e c’è una certa ansia rispetto a quali potranno essere dinamiche nelle prossime settimane. Al momento la vaccinazione, a fronte delle tantissime infezioni, si sta rivelando uno scudo in grado di proteggere i sistemi sanitari e si confida che il richiamo già in corso di somministrazione possa permettere di innalzare il livello di protezione generale.

Ma se i vaccini sembrano un’ancora di salvezza significativa nel tenere sotto controllo questa fase di convivenza con il virus, c’è una parte di mondo che invece non è ancora riuscita a godere della stessa opportunità. «La loro distribuzione - ha evidenziato Fauci - come anche quella delle varie cure, non è stata uguale in tutto il pianeta».

L’esortazione di Fauci è stata di «fare meglio», ai fini di assecondare quello che ha definito «imperativo morale» di proteggere i «poveri e vulnerabili».

La questione paesi poveri resta un terreno dove si annidano due questioni. Una di solidarietà e l’altra di opportunità rispetto al futuro del mondo. Il perché lo si può evincere da quella che fu la dichiarazione di un altro scienziato di fama internazionale, il professor Alberto Mantovani

Rischio formazione varianti dove la somministrazione dei vaccini procede con lentezza

Lo scorso 11 ottobre, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva espresso un concetto chiaro. «Per sentirci davvero tranquilli anche sulla nascita di nuove varianti del coronavirus - aveva spiegato l’ immunologo e direttore scientifico dell’Irccs Istituto clinico Humanitas - serve mettere in sicurezza quelle aree in cui le vaccinazioni procedono con una lentezza inaccettabile».

Parole da cui si può evincere come il virus corre libero, senza barriere e vaccini, si acuisce il rischio che possano formarsi varianti che rappresentano sempre una minaccia perché i loro effetti possono non essere sempre quelli auspicati.

Ponendo in relazione le opinioni dei due autorevoli scienziati può risultare chiaro come la fine della pandemia passi per una distribuzione globale diffusa ed omogenea della vaccinazione. Si spera, ovviamente, che ciò possa avvenire presto.