Covid, Abrignani: «Anziani e fragili dovrebbero senz’altro fare la quarta dose»

Il picco potrebbe arrivare tra il 15 ed il 30 luglio

La situazione Covid in Italia è tornata a preoccupare. Nessun allarme come quello dei tempi più duri della pandemia, ma è innegabile che non sia più la fase di calma piatta che si era acquisita prima dell’estate. Ai microfoni di Repubblica, nell’edizione del 2 luglio, ha parlato il professor Sergio Abrignani. L’immunologo dell’Università di Milano ha sottolineato l’importanza del vaccino per ridurre gli effetti di un’epidemia che sarà difficile da contenere.

Ondata da Omicron 5: quando potrebbe essere il picco?

Omicron 5 è molto contagiosa, ma ciò che fa la differenza è la protezione dalla malattia grave da parte dei vaccini. Al punto che ci sono esperti che iniziano ad ipotizzare un’estensione della platea del secondo booster, ossia della quarta dose. Il picco dell’ondata sarebbe previsto tra il 15 ed il 30 luglio, con eventuale necessità che passi anche agosto affinché scenda.

Quarta dose non solo agli over 80 per aumentare la protezione?

La quarta dose oggi è autorizzata per chi ha più di 80 anni e per i cittadini in una determinate condizioni di fragilità. Il tutto mentre ci sono molti vaccini a disposizione e che potrebbero scadere. «Io - ha detto Abrignani - li estenderei dai 60 anni. Non riusciremo a contenere l’epidemia perché Omicron è troppo contagiosa per i vaccini attuali, ma potremmo ridurre il numero dei morti».

In attesa di vaccini aggiornati, c’è un dato che Abrignani sottolinea. «I vaccinati - ha spiegato - con tre dosi che muoiono di Covid hanno 84 anni e quattro patologie di media. Per questo gli anziani e fragili dovrebbero fare senz’altro la quarta dose, continuare a indossare la mascherina restare molto cauti».

Si attende il vaccino aggiornato

Presto potrebbe essere il tempo del vaccino aggiornato, già approvato dalla Fda. Il rischio è che con l’emergere delle varianti potrebbe diventare difficile avere preparati che siano al passo. Il dato di fatto inequivocabile resta la protezione dallo sviluppo della malattia grave. Per Abrignani si tratta di un prodotto che non è «ideale», ma «meglio dell’attuale». «Dovrebbe - ha spiegato - aumentare la protezione dai contagi, anche se non sappiamo di quanto, e dovrebbe far salire la protezione dalla malattia grave dall’80 all’85%».

Restano, ovviamente, aperte le questioni su chi dovrà farlo, se sarà obbligatorio e ogni quanto bisognerà prevedere di dover fare una nuova vaccinazione. Interrogativi che, obbligo a parte che è di competenza politica, dovranno avere le risposte della scienza. E la scienza resta la fonte di informazioni di cui fidarsi quando si parla di Covid. Anche perché il ruolo dei vaccini nell’ambito di questa pandemia ha già consentito di salvare molte vite.