Conto corrente: anche i Comuni possono accedere ai dati dei cittadini

I conti correnti dei contribuenti italiani diventano di dominio pubblico, anche Comuni e Regioni avranno accesso.

Il bollo auto è una tassa che i contribuenti italiani versano alla Regione di Residenza. La Tari è la tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e viene versata al Comune di residenza. Si tratta di due dei balzelli più odiati dagli italiani, due delle tasse che molti italiani evadono più spesso, sia per volontà di non pagare due tasse che molti considerano assurde, che per necessità visto che disoccupazione, precariato e adesso crisi economica per il Covid sono aspetti che riguardano una moltitudine di famiglie italiane.

Non pagare questi balzelli però mette a rischio i contribuenti, che potrebbero finire nel mirino della riscossione forzata che gli enti locali in genere fanno da soli o tramite concessionari differenti da quello statale, cioè da Agenzia delle Entrate Riscossione e una volta da Equitalia. E Comuni e Regioni oggi hanno in mano strumenti, loro dati da nuove normative in materia fiscale, per essere molto precisi in materia di riscossione. Possono avere accesso addirittura ai conti bancari dei loro concittadini e corregionali, evidentemente in ritardo con alcuni pagamenti.

Il decreto Semplificazioni mette i Comuni e le Regioni in condizione di accedere ai conti dei contribuenti

“Basterà un bollo auto o una Tari non pagati per consentire alla Regione e al Comune di accedere ai dati del conto corrente bancario o postale” è ciò che si legge sul sito di informazione legale “laleggepertutti.it”. E si tratta di uno strumento che i Comuni e le Regioni avranno a seguito di una norma che è stata inserita nel Decreto Semplificazioni.

L’atto ha già completato l’iter parlamentare e pertanto è pronto per la Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questo significa che il fatto che Comuni e Regioni potranno avere accesso ai conti correnti dei contribuenti, non è un rischio, ma è una certezza dal momento che con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Semplificazioni, le norme in esso contenute diventeranno attive.

Cosa fa il decreto semplificazione in materia debiti con Enti locali

La norma del decreto Semplificazioni, di fatto estende ai funzionari comunali e regionali gli stessi poteri attribuiti oggi all’Agenzia delle Entrate ed alla Guardia di Finanza per l’accesso all’anagrafe tributaria. E l’anagrafe tributaria altro non è che il contenitore in cui ci sono anche tutte le informazioni bancarie dei contribuenti. Gli enti locali quindi potranno così avere accesso e ricercare i conti correnti da poter pignorare nei casi di riscossione coattiva.

Il cosiddetto segreto bancario ormai non esiste più, perché anche semplici funzionari del proprio Comune potranno avere accesso a dati sensibili e una volta tutelati dalla Privacy. Naturalmente l’accesso ai dati sui conti correnti dei contribuenti non è certo libero, cioè deve essere motivato. Il presupposto principale naturalmente deve essere quello dell’iscrizione a ruolo dello stesso contribuente per tributo locali non pagati.

L’accesso alla anagrafe tributaria era una cosa già da tempo concessa anche agli enti locali, perché previsto dal decreto Fiscale, il collegato dell’ultima manovra di Bilancio del governo Conte bis. Adesso però si sottolinea che l’accesso all’anagrafe tributaria è completo, perché rientrano anche i conti correnti e le altre informazioni bancarie dei contribuenti, cosa che nel decreto Fiscale non era specificata.