Scuola, legge 107: ecco le 8 deleghe del ministro Fedeli

Scuola: la legge 107 nel gennaio 2017 è stata potenziata con 8 deleghe proposte dal ministro Fedeli. Ecco le 8 nuove leggi spiegate punto per punto.

Legge Buona Scuola: sono state convalidate dal Consiglio dei Ministri 14 gennaio scorso 8 deleghe all’interno della legge 107 volte ad inserire nel panorama scolastico importanti novità.

Le normative proposte dal ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, completano la riforma già in atto dell’anno 2016/2017 che venne portata avanti dall’ex ministro dell’istruzione Giannini.

Gli 8 punti della riforma saranno operativi di fatto tra il 2022/23 ma saranno già sperimentati nel 2017/18 con le nuove classi in arrivo per l’anno scolastico. Le novità più considerevoli riguarderanno la scuola superiore e, come attesta il ministro dell’istruzione, avranno come unico obiettivo quello di aiutare ancora di più i ragazzi nel loro percorso.

Tra le principali innovazioni infatti spicca l’alternanza scuola-lavoro che prevede l’inserimento degli alunni nel mondo lavorativo già durante l’ultimo anno della scuola superiore. Il provvedimento ha l’obiettivo di potenziare il legame tra istruzione e il mondo «degli adulti» al quale prima o poi i ragazzi dovranno affacciarsi.

Mentre in precedenza soltanto i ragazzi che frequentavano gli istituti professionali e tecnici avevano la possibilità di effettuare un tirocinio in azienda durante la scuola, con la riforma anche gli alunni liceali saranno inseriti nel piano.

Insieme alla riforma scuola-lavoro, il piano di rinnovo prevede anche la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti e un nuovo tipo di esame di maturità. Di fatto diventa d’obbligo al terzo anno lo svolgimento di attività lavorative regolarmente normalizzate dalla Carta.

Questa è una delle maggiori novità nell’ambito della scuola, ma non è l’unica. Vediamo nel dettaglio quali sono gli 8 punti approvati in merito alla legge 107 e quali novità sono previste per la scuola nei prossimi anni.

Legge 107: ecco le 8 novità proposte dalla Fedeli

Ecco le 8 deleghe della legge 107 convalidate nel 2017 che saranno operative a partire dal prossimo anno. Sono innovazioni che riguardano tutto il panorama scolastico ma in particolar modo l’istruzione secondaria superiore. Vediamole punto per punto:

  • Come diventare insegnante: sono state cambiate la modalità di formazione per diventare insegnante e il conseguente accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado ed in quella secondaria di secondo grado: ovviamente sarà sempre necessaria la laurea, il concorso pubblico ed in seguito il tirocinio triennale (TFA) per l’inserimento nella scuola. Sicuramente una novità interessante è che gli aspiranti insegnanti non dovranno più pagare per il tirocinio ma verranno pagati e alla fine del TFA obbligatorio saranno per legge inseriti a tempo indeterminato;
  • L’ammissione a scuola: non solo le cavillose e dispersive pratiche burocratiche di ammissione alla scuola vengono riorganizzate in vista di una sostanziale semplificazione, ma si pone all’ordine del giorno una maggiore costanza nella didattica ed una maggiore formazione degli insegnanti e del personale ATA. All’interno della normativa un punto focale è il sostegno e l’esigenza di venire incontro maggiormente ai bisogni dei ragazzi con difficoltà;
  • Istruzione da 0 a 6 anni: la legge delega ha approvato un sistema integrato per la scuola primaria. Il sistema prevede dalla nascita fino ai 6 anni di età un percorso di istruzione continuativo volto a seguire maggiormente il bambino nella fase più delicata della crescita. In base a questa legge vengono rinnovate anche le modalità per diventare insegnante di scuola primaria: da adesso in poi sarà necessaria almeno una laurea triennale in scienze dell’educazione;
  • Cultura umanistica: la Fedeli ha posto una serie di disposizioni che hanno come obiettivo il rilancio dei classici e della cultura umanistica fiore all’occhiello della tradizione culturale italiana. Negli ultimi anni, in particolar modo con l’avvento della digitalizzazione anche a scuola, gli studi umanistici sono stati relegati ad un ruolo di secondo piano per favorire quelli tecnologici. Anche le iscrizioni ai licei, in particolar modo al classico, si sono dimezzate. Il ministro pertanto ha ritenuto opportuno stabilire un piano di rilancio della cultura umanistica;
  • Esame di maturità: cambiano le modalità per sostenere l’esame di maturità e cambia il sistema di valutazione. Al posto delle tre prove, ce ne saranno solo due e la seconda potrà includere più materie. Le modalità sono snellite ma non per questo l’esame sarà più semplice. Per quanto riguarda il sistema di valutazione, gli insegnanti saranno chiamati a valutare gli alunni in base a tutto il loro percorso nel triennio e non solo con una media data dai voti dell’esame finale;
  • Alternanza scuola-lavoro: Se fino ad oggi per i giovani il passaggio dagli studi al lavoro è stato traumatico e spesso sono stati colti impreparati per affrontare di fatto un percorso al quale non sono mai stati preparati, da oggi le cose cambiano. L’alternanza scuola lavoro prevede un tot di ore per i licei (200) e per gli istituti tecnici e professionali (400) che devono essere spese all’interno di un’azienda per affiancare sin da subito al percorso scolastico un percorso lavorativo. La vera novità non è tanto l’alternanza scuola-lavoro che era già stata approvata lo scorso anno e che già quest’anno è diventata operativa, quanto il fatto che quest’ultima è stata potenziata e avrà un valore per l’esame di maturità.
  • Carta dei diritti e dei doveri dello studente: in base a questo documento ogni ragazzo avrà un percorso di studi personalizzato affiancato da un tutor di un’azienda e da un tutor all’interno della scuola. Potrà esprimere il suo giudizio sul percorso di formazione di cui si terrà presente anche all’esame di maturità. Precise istruzioni in materia di sicurezza sul lavoro verranno date dalla scuola;
  • Liceo in 4 anni: 60 scuole italiane aderiranno al progetto quadriennale messo a punto dalla legge: 4 anni di liceo anzi che 5, come in molte altre nazioni europee. In base all’autonomia scolastica la scelta di aderire o meno ai 4 anni spetta all’istituto che ha anche il compito di scegliere un curriculum ad hoc. Le classi saranno massimo di 25 alunni e minimo di 15. Per l’adesione l’istituto dovrà presentare una domanda e dovrà provare di essere all’avanguardia nell’utilizzo delle tecnologie e dei laboratori oltre che delle lingue straniere. Spetterà in seguito ad un consiglio regionale la valutazione dell’idoneità o meno dell’istituto a partecipare al progetto.