Imbarazzo a Lecce, dottore fermato durante un’emergenza, la vigilessa: «anche il giorno di Pasqua fate emergenze?»

Un lungo post del dottore spiega l’accaduto.

Una storia che ha dell’incredibile, accaduta nel Salento. Un dottore, chiamato in ospedale per un’urgenza è stato fermato dai vigili e ha dovuto «perdere» 10-15 minuti per i controlli, che purtroppo in questi casi, possono essere vitali. Il dottore si è sfogato con un lungo post, raccontando l’accaduto. Altre volte, racconta, si era imbattuto in dei controlli dovuti all’emergenza Coronavirus, ma aveva sempre trovato disponibilità e gentilezza. Stavolta no.

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Un post durissimo: Perché questi individui non vengono valutati costantemente?

Racconta nel post il dottore: << Alle 19, un’ora prima dell’inizio del mio turno, vengo chiamato per un’urgenza. Mi vesto in fretta e corro in clinica cercando di minimizzare i tempi per minimizzare i rischi del paziente che sta arrivando con il 118 presso la struttura dove svolgo il mio lavoro di anestesista rianimatore. All’altezza del Bar Stop verso le 19.15 vedo una pattuglia della Polizia Locale, un uomo ed una donna. Mi fermano, giustamente, stanno svolgendo il loro lavoro. Mi chiedono i documenti e dove stessi andando. Gli spiego che sono un medico, che sono stato chiamato in urgenza e comunque gli mostro sia il tesserino medico che la patente.>>

Il post del dottore prosegue: <<L’uomo dice alla collega: “Facciamolo andare il dottore”; la collega molto stizzita guarda i miei documenti e mi dice: “Anche il giorno di Pasqua fate urgenze?”. Io incredulo, con un miscuglio di emozioni che mi assalgono, mi calmo e rispondo: “Sai, purtroppo le persone si sentono male anche a Pasqua e per questo vado di fretta”. “E che cosa avrebbe questa persona?” ribadisce; io che cerco di mantenere la calma. Respiro, non so se è giusto rispondere, ma per quieto vivere lo faccio (forse ingenuamente) “un infarto e non posso permettermi di perdere tempo”. Lei non contenta con faccia sospettosa mi dice: “Ma scusami, a cosa serve l’anestesista rianimatore per un infarto?”. A quel punto penso di essere su scherzi a parte, ma vedo che lei non scherza affatto.>>

L’imbarazzo del collega: <<il vigile uomo, imbarazzato dalle domande della collega, ribadisce: “Facciamolo andare il dottore” ma lei, la vigilessa continua il suo show trattenendo i miei documenti e facendomi perdere 10-15 minuti inutilmente. A quel punto perdo la pazienza le dico in maniera ferma: “Sono stanco, ridammi i documenti e sei vuoi farmi la multa fai pure, le mie generalità le hai, io devo andarmene”. Metto in moto e vado via. Arrivo giusto in tempo per ricevere e trattare il paziente che per fortuna va bene, ma se avessi continuato il tira e molla messo sù dalla vigilessa forse qualcosa sarebbe cambiato. Ora mi chiedo, perché le frustrazioni personali devono mettere i bastoni tra le ruote anche a chi cerca di fare il proprio dovere in un periodo del genere? Perché tutto questo che sta accadendo non insegna e chiarisce le priorità ad alcuni? Perché questi individui non vengono valutati costantemente per capire se sono realmente idonei a rivestire ruoli di pubblica sicurezza? In questo periodo sono stato fermato diverse volte mentre andavo a lavoro da polizia, carabinieri, guardia di finanza, tutti gentilissimi, tutti cordiali, tutti rapidi ed entrambi ci siamo sempre salutati con un grazie. La vigilessa, probabilmente, voleva riversare su di me le frustrazioni di una quarantena troppo lunga.>> L’assessore alla Polizia Locale Sergio Signore e il comandante Donato Zacheo, hanno fatto sapere che si è trattato di un equivoco e sono state fatte le scuse al medico.