Covid e rischi riaperture, Crisanti fa l’esempio Cile: «Devastati da ondata piena di varianti»

Il professor Andrea Crisanti, docente di Microbiologia dell’Università di Padova, ha parlato dei rischi delle riaperture

26 aprile, giorno di riaperture. Quantomeno all’aperto e in zona gialla, come ad esempio nel caso della ristorazione. Uno scenario che non convince il professor Andrea Crisanti. Il docente di Microbiologia dell’Università di Padova, intervenendo ai microfoni de L’aria che tira su La 7, ha espresso ancora una volta le sue riserve rispetto alla direzione intrapresa dal governo.

Covid, Crisanti dice la sua sulle riaperture

«Io - ha dichiarato - penso che non ci sono i numeri per riaprire in sicurezza senza far ripartire la trasmissione». Oltre alla situazione attuale a livello epidemiologico, ciò che genera perplessità in Crisanti è la necessità di evitare che si sviluppino situazioni come quelle che si sono verificate ad altre latitudini.

L’aria che tira, Crisanti spiega cosa è accaduto in Cile

«Lo scenario che dobbiamo assolutamente evitare - ha spiegato - è quello di trovarci in una situazione tipo quella del Cile»

«Il Cile - ha spiegato - ha vaccinato il 70% della popolazione con un vaccino che non è estremamente efficace, però ha una protezione di circa il 60%. Hanno fatto il Sinovac. Ed anche un po’ di Moderna».

«Ha una protezione - ha proseguito - a livello di popolazione di quasi il 40%. Noi abbiamo vaccinato il 15% della popolazione con una protezione media intorno al 70% perché la maggior parte ha fatto una dose sola, siamo a livello di protezione della popolazione col 12%».

Lo stato delle immunizzazioni e i livelli di protezione diventano il presupposto nella ricostruzione di Crisanti - per chiarire la situazione italiana a fronte di ciò che è accaduto nel paese sudamericano. «In Cile - ha rivelato il prof - dopo che hanno riaperto, prima come vogliamo fare noi e poi gradualmente, nel giro di due mesi si sono trovati devastati da un’ondata piena di varianti».

Varianti Covid, un tema che ricorre

Proprio l’ipotesi di mutazioni del virus e la loro eventuale diffusione è uno dei rischi che cela il futuro. «Fare queste riaperture - ha evidenziato Crisanti - senza allo stesso tempo blindare l’Italia verso paesi che hanno varianti resistenti al vaccino io penso che sia un altro elemento di pericolosità».

All’orizzonte c’è l’estate e un innalzamento delle temperature che potrebbe giocare a favore della lotta contro il virus. «All’aperto - ha chiarito Crisanti - sicuramente il virus si trasmette meno, su questo non c’è dubbio. Però non scordiamoci che Israele è andata in lockdown ad agosto l’altr’anno» .

Covid e riperture scuole, la posizione di Crisanti

L’altro tema su cui si dibatte è la situazione degli ambienti scolastici e delle loro riaperture. «Sulle scuole - ha rivelato Crisanti - sarei disposto a correre un rischio, perché non è che ci dobbiamo permettere di tenere questi ragazzi a casa. L Svantaggiamo i più deboli e più bisognosi e nella scuola non si apprendono solo notizie, ma si apprende anche a stare insieme agli altri. C’è anche tutto un processo di apprendimento che va oltre la nozione e quindi questi ragazzi, di fatto, per due anni ne sono stati privi».