A cosa serve la maturità?

Fra pochi giorni migliaia di studenti affolleranno il liceo per l’esame di Stato. Ma a cosa serve la maturità? Ha ancora senso oggi?

Il 21 giugno, mezzo milione circa di studenti italiani dovranno svolgere l’esame di maturità, meglio noto come esame di Stato. Con questo articolo proveremo a rispondere alla domanda che molti studenti si sono posti alla fine del quinto superiore: a cosa serve la maturità?

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L’esame di maturità

L’esame di maturità, il cui nome ufficiale è esame di Stato conclusivo del corso di studio di istruzione secondaria superiore, serve ad analizzare e a verificare la preparazione di ciascun candidato al termine della scuola superiore ma più in generale al termine del ciclo scolastico. Nel corso del tempo ha assunto anche un importante valore simbolico trasformandosi nel rito di passaggio che nella società italiana certifica il passaggio all’età adulta, ben sottolineata da film e canzoni come “Notte prima degli esami” e tanti altri.

L’esame di maturità: utile o inutile?

Questa perlomeno è la risposta ufficiale alla domanda: “a cosa serve la maturità?”. Una risposta che spesso lascia insoddisfatti. Da tempo, infatti, esiste un vasto dibattito sull’utilità o meno dell’esame di Stato. Sono in molti a considerarlo un’inutile forma di stress nonché una spesa senza senso per i bilanci pubblici. Per molti l’esame è solo una formalità: i 97% dei maturandi viene promosso e di quel 3% di bocciati, per la stragrande maggioranza si tratta di privatisti.

La selezione avviene precedentemente, durante gli anni delle superiori oppure in quinta quando il consiglio di classe decide chi ammettere o meno all’esame. Di contro si sottolinea il valore stimolante di un esame che porta i ragazzi di fronte a situazioni inedite ma che diventeranno familiari negli anni dell’università: studiare tanto in poco tempo, scrivere temi lunghi o rispondere a test veloci, gestione dell’ansia, farsi interrogare e rispondere con sicurezza anche davanti a professori mai visti prima come i commissari esterni.

Storia dell’esame di maturità

L’esame di maturità è stato istituito nelle sue formi attuali nel lontano 1923 su iniziativa di Giovanni Gentile, noto filosofo e all’epoca Ministro dell’Istruzione. Gentile, autore di una grandiosa riforma della scuola ancora oggi in buona parte in vigore, lo stabilì inizialmente come esame conclusivo per i soli licei.

L’esame Gentile era molto più duro di quello attuale: i commissari erano professori universitari, le prove scritte erano quattro e i giudizi estremamente severi: solo poco più della metà dei maturandi dell’epoca riusciva a farsi promuovere.

Successivamente l’esame sarà semplificato intorno agli anni Trenta e Quaranta (anche per via degli eventi bellici) per poi venir riformato nel 1969 quando fu introdotto il voto in sessantesimi e il programma d’esame limitato a quello del quinto anno. L’attuale versione dell’esame, invece, è figlia delle riforme firmate dai ministri Berlinguer (nel 1997) e Gelmini (nel 2009).