Come funziona la scuola per gli atleti?

Come funziona la scuola superiore per gli sportivi che partecipano a gare nazionali e internazionali

Come funziona la scuola per gli atleti? È uguale alla scuola che frequentano tutti gli studenti della loro età? La risposta è no, non è uguale.

Esistono delle differenze sostanziali tra le modalità con cui frequentano la scuola gli sportivi e i ragazzi comuni.

Come funziona la scuola per gli atleti? Chi sono gli atleti interessati?

Non basta praticare un’attività sportiva per avere delle agevolazioni nel frequentare la scuola dell’obbligo.
Si tratta di studenti che svolgono attività a livello agonistico, facendo parte del Team Italia o che partecipano a gare di altissimo livello organizzate da federazioni sportive riconosciute dal Coni, tra questi possiamo ricordare i giovani calciatori della Primavera dei vari club sportivi di Serie A o gli atleti della Federazione Nuoto o della Federazione Ginnastica.

La ginnastica, in particolare, è uno sport in cui il picco della carriera è tra i 15 e i 19 anni circa, quindi in concomitanza con il periodo in cui si dovrebbe frequentare la scuola superiore.

Come funziona la scuola per gli atleti?

Per gli atleti ci sono due possibilità:

  • frequentare la scuola dell’obbligo come tutti gli studenti, al mattino. Eventuali assenze per motivi sportivi saranno giustificate senza alcun problema dai professori. Il carico di lavoro scolastico da sostenere è comunque identico a quello dei compagni di classe ed è aggravato, spesso e volentieri dal fatto che gli atleti si allenano fino ad otto ore al giorno: la mattina presto prima di andare a scuola e il pomeriggio subito dopo le lezioni fino a sera.
  • essere seguiti da un tutor per affrontare il programma delle lezioni da privatisti. In questo caso, sarà necessario sostenere un esame di idoneità, presso l’istituto scolastico di riferimento, alla fine di ogni anno scolastico su tutto il programma dell’anno in corso.
    L’esito dell’esame di idoneità stabilirà se l’atleta studente può essere ammesso o meno alla classe successiva.

L’ultimo anno di scuola, lo studente atleta dovrà sostenere un esame di ammissione all’esame di maturità e poi, una volta superato quello, potrà sostenere insieme agli altri studenti, l’esame di maturità.

Qualora gli esami di maturità coincidano con impegni sportivi sarà possibile richiedere delle prove suppletive (come nel caso di Gianluigi Donnarumma) da svolgere in un differente periodo dell’anno.
A pagare la formazione scolastica da privatisti per gli atleti sono le Federazioni di riferimento o, in alcuni casi, le squadre di club per cui gareggiano.

Come funziona la scuola per gli atleti? La dispersione scolastica

Nonostante la questione sia ben regolamentata, molto atleti lamentano delle difficoltà oggettive.
Sono tantissimi, ogni anno, gli atleti che decidono di lasciare gli studi poiché non riescono a reggere il peso degli allenamenti e quello dello studio, nonostante -per molti di loro, soprattutto nel caso degli sport minori- lo sport non diventerà mai una forma di sostentamento.

Inoltre, spesso sono gli stessi professori a mettere i bastoni tra le ruote a questi ragazzi.

Come funziona la scuola per gli atleti? Alcuni casi

In questi giorni, Lara Mori, ginnasta del Team Italia, ha affrontato gli esami di maturità.
Lei ha deciso, di comune accordo con la famiglia, di frequentare una scuola pubblica. Per anni, ha fatto un doppio allenamento: la mattina prima di andare a scuola e il pomeriggio subito dopo le lezioni, facendo i compiti -esattamente come tutti gli altri- la sera.

Avendo partecipato ad Europei e Mondiali, durante le prolungate trasferte, le sue assenza erano giustificate, ma si è comunque sempre dovuta tenere al passo con il programma scolastico.

Stessa storia per Emil Audero, portiere della Juventus Primavera, che dopo anni di studi da privatista ha sostenuto anche lui in questi giorni gli esami di maturità insieme a centinaia di altri studenti. Egli stesso ha dichiarato che non è stato un percorso di studi facile.