Variante Omicron, Burioni: «Ognuno di noi la incontrerà, scelta è se farlo da vaccinati»

Il professor Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, ha parlato nel corso della trasmissione Rai Che tempo che fa

È un punto della situazione chiaro quello sulla variante Omicron da parte del professor Roberto Burioni nel corso della puntata di Che tempo che fa del 16 Gennaio 2022. Il virologo dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano ha spiegato perché, da una parte, con questo vaccino non sarà possibile liberarsi del Covid, dall’altra quanto sarà fondamentale vaccinarsi per assicurarsi la protezione dalla malattia indotta da una variante molto contagiosa.

Che tempo che fa, Burioni ha chiarito quanto Omicron sia più contagiosa

Burioni ha posto l’accento su come Omicron rappresenti, di fatto, un virus ormai diverso da quello originale. Tra gli aspetti cruciali di questa diversità il grado di contagiosità. Il virologo ha sottolineato come la prima struttura virale facesse registrare la capacità di un malato di infettare due persone, seguito da Delta con cui si arrivava a sei, fino ad Omicron con la quale ogni persona con l’infezione arriva a contagiare dieci persone.

Omicron, tempi di incubazione più brevi

Burioni ha, inoltre, sottolineato che ci sono altre caratteristiche che rendono «più difficile il controllo» e più «facile la diffusione» per Omicron. Come ad esempio i tempi di incubazione. «Il virus originale - ha spiegato il professore - dava la malattia sei-sette giorni dopo l’infezione, invece Omicron causa la malattia due o tre giorni dopo ed è più difficile tracciare i casi se uno dopo già due o tre giorni si ammala e diventa infettivo».

Anche i vaccinati si infettano con Omicron

L’alto numero di contagiati che si ha ogni giorno in Italia e nel mondo è spiegato anche da un altro aspetto, che però va spiegato tenendo presente tutti i punti in maniera tale da respingere con la forza dell’evidenza dei numeri eventuali riserve sull’importanza del vaccino.

«Omicron - ha spiegato il virologo - riesce a contagiare in maniera molto più efficace anche le persone vaccinate. Il vaccino era una barriera estremamente solida contro il contagio con il virus originale, un po’ meno ma ancora molto efficace con Delta. Purtroppo non è più così con Omicron».

«Chi è vaccinato - ha sottolineato il virologo - viene infettato di meno perché c’è un grado di protezione importante soprattutto con la terza dose e quando si infetta è meno contagioso, ma la barriera che il vaccino poneva alla diffusione della malattia è diventata meno efficace».

Vaccino protegge il vaccinato da malattia grave

Ma essere contagiati, ormai si dovrebbe sapere, è diverso dall’essere malati e aver sviluppato una patologia grave. Burioni ha chiarito perché la vaccinazione resta fondamentale. «È rimasta - ha sottolineato il medico - estremamente efficace la capacità del vaccino di bloccare la forma grave. Il vaccino, dato in tre dosi, è veramente molto protettivo nei confronti delle forme che portano le persone in terapia intensiva. Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano una protezione molto superiore al 90% che è una cosa eccezionale».

Omicron sarà incontrata da tutti, meglio farlo da vaccinati

E sugli scenari futuri: «Con il virus originale potevamo pensare, vista la poca contagiosità relativa e l’efficacia del vaccino, potevamo pensare di liberarci da questo virus come abbiamo fatto per il vaiolo. Con Omicron e con il vaccino che abbiamo questo non è più immaginabile. Omicron continuerà a circolare e come ha detto giustamente il professor Fauci ognuno di noi lo incontrerà. La scelta è se incontrarlo da vaccinati o non da vaccinati».

Burioni ha poi concluso il suo intervento chiarendo come sarebbe decisamente una prospettiva migliore, a livello personale e anche per gli altri, incontrare Omicron potendo beneficiare della copertura vaccinale.