Vaiolo delle scimmie, trasmissione e caratteristiche: le parole del professor Galli

L’infettivologo ha parlato ai microfoni di SkyTg24

«Io ritengo che il rapporto costi-benefici dell’utilizzo di un vaccino in questo momento per questo virus siano molto aleatori e non tali da spingere ad una scelta di questo genere». Sono le parole con cui il professor Massimo Galli si è espresso su una possibile vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie. «Quello che va fatto – ha dichiarato ai microfoni di SkyTg24 - è una buona e sana operazione di contenimento epidemiologico». «Siamo di fronte – ha aggiunto - ad una malattia che ha una letalità molto bassa, cioè si muore pochissimo di questa malattia soprattutto in Occidente».

Vaiolo delle scimmie, parla il professor Massimo Galli

L’infettivologo ha poi spiegato alcune caratteristiche dell’agente virale. «Stiamo parlando – ha spiegato - di un virus a Dna, che come tale cambia molto di meno rispetto ad uno a Rna. Ha modalità di diffusioni importanti e allarmanti, ma non tali da metterci nelle condizioni di pensare a breve termine ad un’epidemia diffusa in maniera generalizzata». Non è dunque il caso di assimilare il virus del vaiolo delle scimmie al Covid. Il professore ha anche fatto luce su quelle che sono le modalità di trasmissione. «Saliva, contatto stretto. Non lo starnuto - ha precisato - con le goccioline di Flugge che vanno fino a due metri, per nostra fortuna».

Vaiolo delle scimmie e rapporti sessuali, le cose da sapere

Rispetto al fatto che la trasmissione sarebbe favorita dai rapporti sessuali, Galli ha sottolineato come in realtà si stia comunque parlando di un contatto stretto con una precisazione. «Non dobbiamo – ha evidenziato - pensare a un contatto sessuale genitale o anale come causa principale della faccenda, può bastare un bacio. La saliva può trasmettere questa infezione e a quanto pare lo fa abbastanza agevolmente». Questo, però, non cambia l’idea che la situazione possa restare gestibile. «Non è – ha aggiunto - che si possa pensare ad una trasmissione così facile se cominci ad identificare da dove è partito, dove può arrivare e se riesci ad identificare i contatti».

Vaiolo delle scimmie: tempi di incubazione e farmaci disponibili

Riguardo ai tempi di incubazione il professore ha parlato di 6-7 giorni, con range anche tra i 5 ed i 15 e punte fino a 21. Galli ha spiegato che ci sarebbe la disponibilità di un farmaco, benché ci sia da valutare quella che è la disponibilità effettiva. Questo perchè si è lavorato per essere pronti qualora ci fosse stato da essere pronti ad eventuali attacchi di bioterrorismo con il virus del vaiolo. Le informazioni date dal professor Galli aiutano a definire un quadro che si può considerare diverso da quello che si è avuto in altri casi. A partire, ovviamente, da quella che è stata l’esperienza più traumatica degli ultimi anni: il Covid.