Ultime guerra in Ucraina, Zelensky sul Donbass: «È un inferno lì»

Prosegue la situazione di guerra sul territorio ucraino

«È un inferno lì. E non è un’esagerazione». Così il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha definito l’attuale situazione di guerra in Donbass. Il terreno di scontro è una regione che si ipotizzava da tempo potesse diventare l’area in cui si sarebbe potuta inasprire la conflittualità dopo la prima fase delle ostilità seguite all’invasione russa.

Guerra in Ucraina, la situazione in Donbass secondo Zelensky

In questa fase i russi, in base alla narrazione di Zelensky, starebbero intensificando il loro sforzo proprio nella parte orientale del territorio del paese. «Le forze armate ucraine - ha spiegato il leader ucraino - continuano ad avanzare per liberare la regione di Kharkiv. Ma nel Donbass gli occupanti stanno cercando di esercitare una pressione ancora maggiore».

Un’azione quella russa che secondo il presidente si starebbe concretizzando in «bombardamenti brutali e insensati». Il riferimento è in particolare alla città di Severodonetsk, una città di circa 100.000 abitanti collocata nell’oblast di Lugansk. Zelensky ha parlato di 12 morti e decine di feriti in un solo giorno.

A Severodonetsk si continua a morire per la guerra

Sarebbe, in particolare, stato aperto il fuoco da parte dei russi verso una scuola in cui si nascondevano delle persone. Questo avrebbe portato all’uccisione di tre persone residenti in città e che, assieme a centinaia di persone, si riparavano nell’edificio.

Lo riporta Repubblica, citando quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai su Telegram. Tra le persone rifugiate all’interno della struttura ci sarebbero stati molti bambini. Adesso la polizia territoriale si è attivata per fare in modo che le persone trovino riparo in un altro luogo della zona.

La situazione a Lugansk

In merito a quanto starebbe avvenendo sul territorio di Lugansk è arrivato il punto della situazione da parte russa. In delle dichiarazioni riportate dall’Ansa da parte del ministro della Difesa russo Sergei Shogu è emerso che a Mosca sentono «la liberazione della Repubblica popolare» avvicinarsi alla fine. Si ricorderà, in particolare, come il 21 febbraio la Russia riconobbe come stato indipendente, unitamente a quella di Donetsk, quella che prima era un’entità ucraina secessionista.

Mariupol: ordinato al reggimento Azov stop alla difesa di Azovstal

Un altro fronte particolarmente caldo resta a Mariupol. Lì dove il reggimento Azov sta provando a difendere l’acciaieria Azovstal dall’assalto russo. Le ultime notizie, arrivate dopo le 13 del 20 maggio, riportano dell’ordine di Kiev ai soldati di cessare le operazioni di difesa della città.

È stato, inoltre, confermato che i feriti più gravi sono stati fatti uscire. Mosca aveva annunciato, poco prima di mezzogiorno, che nell’acciaieria Azovstal erano stati messi in salvo 177 civili e si era registrata la resa di quasi 2000 «nazionalisti». La guerra in Ucraina, dunque, prosegue.