Terza Guerra Mondiale con Nato in Crimea, il rischio secondo Medvedev

Ne ha parlato il vicecapo del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitry Medvedev in un’intervista

Il solo fatto che, un funzionario di Stato, citi la Terza Guerra Mondiale inquieta. Di certo c’è che, a livello verbale, si tratta di un altro dei tabù caduti da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Dall’invasione russa in avanti non sono mancati persino i riferimenti, più o meno velati, alle armi nucleari.

Terza Guerra Mondiale, chi ne ha parlato come rischio

A parlare del rischio di un possibile conflitto mondiale è Dmitry Medvedev, vicecapo del Consiglio di sicurezza di Mosca. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata ai media russi. E nella circostanza ha definito quelli che potrebbero essere i contorni dei fatti in grado di innescare un allargamento del conflitto alla Nato.

«Ogni tentativo di invadere la Crimea - ha spiegato - equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro la Russia». La Crimea è la regione dell’Ucraina che nel 2014 la Russia ha deciso unilateralmente di annettere al suo territorio. Uno dei segnali, risalente a qualche anno fa, che hanno anticipato ciò che è accaduto il 24 febbraio del 2022.

Equilibri tra Nato e Russia anche riferibili alla situazione in Ucraina

Medvedev ha spiegato che l’eventuale azione di un paese Nato su quell’area «porterebbe ad un conflitto con l’intera Alleanza dell’Atlantico del Nord». «Alla Terza Guerra Mondiale» ha aggiunto prima di sottolineare che si tratterebbe di un «disastro totale». Gli equilibri tra Russia e Nato restano sotto l’attenzione internazionale. Da giorni, ad esempio, si osserva cosa accadrà tra Mosca e la Lituania.

Il blocco di alcune merci verso l’enclave di Kaliningrad ha suscitato reazioni indispettite da parte russa. La posizione di Vilnius è quella di chi dice di stare semplicemente applicando le sanzioni. E la situazione resta quella che mette in potenziale contrapposizione la Russia con un paese Nato.

Gli accordi Nato e l’incremento delle forze «ad alta protezza»

Gli accordi dell’Alleanza Atlantica prevedono che in caso di attacco di uno stato membro, tutti gli altri devono agire in difesa come se fossero stati attaccati essi stessi. Non a caso quando l’Ucraina (che non fa parte della Nato) chiedeva la No fly zone sul suo territorio, la Nato non intervenne anche per non scatenare la Terza Guerra Mondiale come conseguenza ad esempio di un eventuale abbattimento aereo alleato.

Va detto che è attesa già nelle prossime ore la decisione con cui la Nato deciderà di ampliare il numero di forze «ad alta prontezza» fino a 300.000 unità. Numeri che spiegano la forza militare dell’Alleanza Atlantica, ma anche variazioni che sono sintomi di un’epoca storica che richiede decisioni che riportano a numeri che vanno oltre quelli del periodo di Guerra Fredda.