Taglio accise carburanti: governo al lavoro, quanto potrebbe scendere il prezzo?

La soluzione sembra esserci, si attendono sviluppi nei prossimi giorni

Taglio accise carburanti: un tema molto dibattuto negli ultimi giorni. Questo perché rappresenta la parte «fissa» dei prezzi di benzina e gasolio, su cui il governo ha l’opportunità di lavorare per contrastare il caro carburanti delle ultime settimane. L’obiettivo è capire come intervenire limitando gli eventuali cambiamenti degli equilibri delle casse pubbliche. La buona notizia è che l’opportunità sembra esserci e per capire il perché è bene fare il punto della situazione.

Caro benzina, le accise sono una parte del prezzo

Attraverso le accise lo stato italiano arriva a guadagnare circa 24 miliardi di euro, che vengono utilizzati per sostenere la spesa statale. Perciò, al di là degli annunci e delle discussioni politiche, c’è una quadratura economica da trovare. Su ogni singolo litro di benzina, ci sono tre macro-parti che contribuiscono a formare il prezzo:

  • la parte legata alla materia prima e alla sua lavorazione, fortemente condizionata dalle dinamiche commerciali a livello internazionali, a loro volta influenzate dalla situazione geopolitica internazionale
  • le accise
  • l’Iva

Sugli oltre 2 euro del costo di ogni litro di carburante ci sono da tenere in conto:

  • 0,728 di accise sulla benzina
  • 0,617 di accise sul diesel

Le accise sono, di fatto, l’unica vera parte fissa. Costituiscono veri e propri tributi che, nel corso degli anni, sono state introdotti per assicurarsi un introito che ha permesso allo stato di finanziare ricostruzioni dopo i terremoti e affrontare altre situazioni straordinarie.

Il fatto che ci siano nel conto eventi di sessanta o settant’anni fa genera polemiche, ma i dati di fatto dicono che oggi le accise sono state unificate e rappresentano un introito da investire per la collettività. Un aspetto a cui, ovviamente, si affianca la consapevolezza che prezzi del carburante così alti rischiano di generare danni significativi all’economia.

Caro benzina, perché si parla di «extra-gettito Iva»

Il caro prezzi benzina oggi porta a pagare un litro di carburante oltre i 2 euro. Questo perché all’aumento del costo del petrolio, va aggiunta l’Iva. L’Iva viene calcolata in percentuale sul totale delle altre due parti che compongono il prezzo finale. Questo significa che, aumentando la parte «mobile» del costo, il 22% in questa fase sta assicurando un guadagno maggiore allo Stato. Non a caso si parla di «extra-gettito» Iva.

Quando scenderanno i prezzi della benzina?

In sostanza l’azione del governo sarà quella di andare a ridurre le accise in proporzione al maggiore guadagno ottenuto attraverso l’Iva. Secondo quelle che sono le stime e le previsioni, è ipotizzabile uno scenario in cui si potrebbe assistere ad un futuro prossimo in cui i prezzi potrebbero scendere del 10%.

Questo significa che dove oggi il prezzo di benzina e diesel è attorno ai 2,20€, potrebbe tornare sotto i 2€. Quali saranno i campi d’applicazione e i tempi della misura saranno chiariti da quello che potrebbe essere il provvedimento ufficiale. Si attendono sviluppi nei prossimi giorni, con la discussione che potrebbe essere affrontata dal Consiglio dei Ministri il prossimo 16 marzo.