Accise e rincaro carburante: due argomenti strettamente correlati, ma per i quali occorre chiarire quella che sono le differenze. La situazione internazionale, in questa fase, è responsabile degli aumenti a cui si sta assistendo su benzina e gasolio, ma è assolutamente ininfluente rispetto al fattore accise.
Cosa si intende per accise
In base a quella che è la definizione per accisa si intende un tributo indiretto a riscossione mediata, attraverso l’applicazione su alcuni beni al momento della produzione o alla vendita. Questo significa che su un litro di benzina, oltre a pagare il costo della materia prima, si va a riconoscere al venditore una parte «fissa» che rappresenta una vera e propria tassa.
Perché si pagano le accise sulla benzina e sul gasolio?
Le accise garantiscono, dunque, un gettito costante, facilmente calcolabile grazie alla conoscenza delle stime sui consumi. Bastano piccoli ritocchi verso l’alto per garantire un sensibile aumento per le casse statali garantendo la possibilità di finanziare altre necessità pubbliche. Vengono applicati su diversi beni tra cui le bevande alcoliche, l’energia elettrica e gli oli minerali. In questo gruppo figurano proprio i carburanti (benzina, gasolio, gps, metano).
Accise: perché se ne parla spesso?
Il pagamento delle accise sul carburante fa sì che per lo Stato venga prodotto un gettito in grado di assicurare alle casse statali un introito importante. Negli ultimi anni non sono mancati i propositi dei politici di limitare il montante delle accise, tenuto conto che molte sono riferibili alla necessità di finanziare circostanze, fatti o eventi ormai molto lontani nel tempo. Ed è chiaro che nel momento in cui si arriva a livelli come quelli attuali, in cui benzina e gasolio sono oltre i due euro, la questione torna attuale.
Quali sono le accise sulla benzina e sul gasolio? Qualche sempio
Oggi le accise che si trovano sul prezzo delle benzina e del gasolio si compongono di una serie di voci che concorrono a far lievitare il prezzo finale. Si può fare qualche esempio:
- 0,00723 euro per ila crisi di Suez del 1956
- 0,00516 euro per il disastro del Vajont del 1963
- 0,00516 euro per l’alluvione di Firenze del 1996
Sono i tre esempi più datati nel tempo, in un gruppo che ne prevede 18. Nell’elenco si trovano, ad ulteriore titolo di esempio, la ricostruzione post-terremoto del Friuli del 1976, dell’Irpinia del 1976 o le missioni Onu in Libano (1982-1983) e Bosnia (1996).
E poi ancora: la crisi libica del 2011, il Salva Italia del 2011, la ricostruzione post terremoto de L’Aquila e dell’Emilia (2012) Nel complesso si registrano otto voci tra il 1956 ed il 1996 e dieci tra il 2004 ed il 2014. Occorre precisare che, a partire dal 1995, le accise sono state unificate in un’unica imposta non differenziata.
A quanto ammontano accise e Iva sul carburante?
Le accise nel 2021 hanno portato 24 miliardi nelle casse dello Stato. Tuttavia, il rincaro del carburante può portare ad una serie di conseguenze che potrebbero essere più dannose rispetto a quello che potrebbe essere determinato da una rinuncia su quella cifra. Oggi sulla benzina si pagano 0,728 di accise e 0,617 per il diesel. Cifra a cui va aggiunta l’Iva, da calcolare su ogni litro di benzina. Ecco perché sul costo di un litro di carburante c’è una parte che è indipendente dai valore della materia prima e che oggi va oltre 1 euro al litro.