Situazione Gas in Italia: il comunicato di Eni e gli interrogativi sul futuro

In data 17 giugno l’Eni ha fatto sapere che Gazprom fornirà solo il 50% di quanto richiesto

Per paesi come l’Italia la situazione gas rappresenta un tema molto delicato. Lo era dall’inizio della guerra in Ucraina, lo è di più adesso in una fase dove la Russia riduce le forniture. L’ultimo aggiornamento è arrivato direttamente dall’Eni. Sul suo sito ufficiale è apparso un comunicato scarno, ma che offre la descrizione della situazione dal punto di vista numerico.

Situazione gas: il comunicato di Eni

«A fronte - si legge nella comunicazione del 17 giugno - di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto». Un aggiornamento che resta sulla falsa riga di quanto avvenuto negli ultimi giorni, in cui ad esempio la Germania aveva dovuto fare i conti con una riduzione delle forniture.

Gas: problemi sulle forniture anche in Francia

Una questione per la quale erano state addottate motivazioni tecniche, ma che apre sicuramente scenari di riflessione per quanto riguarda i paesi che maggiormente dipendono dal gas russo. Tra questi, in Europa, ci sono proprio l’Italia e la Germania.

In attesa di capire cosa stia succedendo, l’unico dato certo è che i flussi di gas dalla Russia verso l’Europa sono diminuiti. Ad esempio anche l’operatore francese ha comunicato da che da venerdì giugno non riceve più gas, a causa dell’interruzione flusso fisico con il territorio tedesco. Questo problema potrebbe essere riferibile alle notevole riduzione delle forniture russe verso Berlino attraverso il gasdotto Nord Stream 1.

Dalla Francia, al momento, sono emerse rassicurazioni. Questo perché si è nella situazione che contraddistingue al momento più o meno tutta Europa, ossia con la buona presenza di gas all’interno degli stoccaggi. Da Parigi fanno sapere, infatti, che le riserve sarebbero al 56%, rispetto al 50% di questo periodo.

Rischio aumento dei prezzi

A fronte di questi scenari restano due questioni da valutare. La prima è che la riduzione di gas in circolo determina un aumento dei prezzi e soprattutto se dovesse prolungarsi potrebbe generare disagi economici non certo irrilevanti.

L’altro è valutare cosa accadrà nelle prossime settimane, qualora dovesse proseguire questa situazione di forniture limitate. La dipendenza energetica dell’Europa verso la Russia è uno di quei fattori che ha, ad esempio, reso più complicato mettere in atto delle sanzioni contro la Federazione Russa in seguito all’invasione dell’Ucraina.Nel caso dell’Italia, ad esempio, le stime di crescita economica hanno subito un taglio anche per effetto della necessità di far leva sul gas russo in una fase geopolitica internazionale complicata.

La volontà europea è quella di acquisire indipendenza, ma più volte si è sottolineato come per un passaggio di questo tipo non sia possibile arrivare all’obiettivo dall’oggi al domani. E questo è un periodo in cui c’è da capire come ci si confronterà l’attualità ed eventualmente con il futuro prossimo.