Meno Gas dalla Russia a Italia ed Europa: ecco cosa sta succedendo

Riduzione delle forniture provenienti dalla Russia, al momento non ci sono campanelli d’allarme

L’Europa, almeno per il momento, riceverà meno gas dalla Russia. Un dato di fatto che, a livello di cronaca e comunicazioni, si sviluppa su due binari. Uno riguarda le forniture che passano per il Nord Stream e la Germania, per le quali è stato annunciato che la riduzione dei flussi dipende da problemi tecnici. L’altro, invece, riguarda in particolare la riduzione di forniture verso l’Italia. Nessuno dei due casi fa segnare un campanello d’allarme, ma sicuramente ancora una volta racconta la delicatezza della situazione.

Gas dalla Russia all’Europa: cosa è accaduto

Alla base della riduzione dei flussi verso la Germania ci ci sarebbe lo stop al funzionamento di una turbina lungo il gasdotto Nordstream. La limitazione, in base a quanto spiegato da fonti russe, sarebbe riferibile a questioni legate alla manutenzione.

Questo comporta un’ulteriore riduzione delle forniture di gas fino a 67 milioni di metri cubi al giorno. Si stima che possa esserci una riduzione quotidiana del 33%. La novità arriva solo un giorno dopo la prima limitazione dei flussi verso la Germania. Nel caso specifico era stato sottolineato che l’abbassamento dei livelli di forniture del 40% era attribuibile alle mancate consegne di apparecchiature da parte di una società tedesca.

15% in meno di gas all’Italia

L’Eni, invece, ha ricevuto comunicazione di una «limitata riduzione dei flussi di gas» da parte del fornitore russo. La percentuale di riduzione delle forniture stimata per l’Italia è del 15%. Lo riporta l’Ansa.

In tutta Europa non c’è comunque percezione che queste variazioni possano rappresentare dei rischi nel breve termine. Il costante monitoraggio della situazione è stato confermato anche dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Nel punto della situazione diffuso da molte fonti di stampa e attribuito all’ufficio stampa del ministro si sottolinea come «non si riscontrano criticità».

Il rischio aumento dei prezzi del gas

In Europa si mette in rilievo come, da oggi, gli stoccaggi siano oltre il 50% e dunque le circostanze non rappresentino un motivo di rischio sulle forniture energetiche. Resta, tuttavia, la necessità di osservare da vicino la situazione, soprattutto in vista dell’inverno. Anche perché lo schema appreso negli ultimi mesi è chiaro: meno gas c’è, più aumenta il rischio di aumento dei prezzi.

L’obiettivo dell’indipedenza energetica dalla Russia, per paesi come l’Italia, è stato dichiarato sin dai primi giorni della guerra in Ucraina. Si tratta, però, di processi che richiedono dei tempi e non esattamente brevi. Nello scorso mese di aprile, tra l’altro, il ministro Cingolani aveva sottolineato come su questo fronte l’Italia potesse godere di qualche piccolo vantaggio.